17 Marzo 2014, 22:45
6 min di lettura
PALERMO – Si accendono i riflettori sul servizio potature del comune di Palermo, o almeno la Quinta commissione consiliare, guidata da Fausto Torta, è decisa a vederci chiaro. Un caso che sta agitando il settore Verde e che nasce da una corrispondenza ufficiale tra l’agronomo Giuseppe La Mantia, per dieci anni a capo del servizio, e il capoarea Domenico Musacchia, inviata in copia anche all’assessore Giuseppe Barbera e, almeno per l’ultima missiva, proprio alla commissione. Lettere che raccontano di disposizioni verbali non messe agli atti, di interventi non prioritari e soprattutto non di competenza dell’amministrazione comunale che, come confermato dall’amministrazione, a volte svolge servizi presso chiese, caserme o altri enti pubblici.
A scriverle, come detto, La Mantia che per dieci anni è stato a capo del servizio ma che il 14 marzo scorso è stato destinato, nell’ambito di una maxi-rotazione, ad occuparsi di prati, impianti e rapporti con la Soprintendenza. “Una disposizione di servizio firmata da me e concordata con l’assessore – spiega Musacchia – La Mantia mi aveva più volte chiesto di andar via e l’ho accontentato, proprio da questo è nata la riorganizzazione. Non c’è alcun problema con lui, è il mio più stretto collaboratore”.
Parole che però sembrano stonare con quanto si legge nelle lettere, specie nell’ultima protocollata il 13 marzo, ovvero il giorno prima della rotazione. “Ad oggi, nonostante le numerose segnalazioni, nulla è cambiato nella gestione del servizio – scrive La Mantia – anzi sono aumentate le situazioni di pericolo e le risorse vanno via via diminuendo. Nonostante il capoarea disponeva con nota del 5 aprile 2013 di dare assoluta precedenza agli interventi volti ad eliminare i rischi di pericolo per la pubblica incolumità, spesso le squadre sono state impegnate contro il mio parere per disposizioni superiori spesso verbali in interventi dal sottoscritto ritenuti non prioritari o non di competenza di questa amministrazione”.
Accuse di certo pesanti, che si sommano a quelle di un servizio con pochissime risorse, scarso personale e mezzi contati. Ma La Mantia, la cui prima missiva risale al gennaio del 2012, va più in là e ribadisce la propria “assoluta estraneità in interventi di potatura estemporanei e non specificamente programmati”, prima di chiedere di essere destinato ad altro servizio.
Le domande però sorgono spontanee: chi dava le disposizioni verbali che andavano a modificare gli interventi programmati? E perché il Comune svolgerebbe servizi di potatura che non sarebbero di sua competenza e in favore di chi? “La commissione affronterà la vicenda – dice Giovanni Lo Cascio (Pd), vicepresidente della commissione – ma di certo c’è qualcosa che non va. Non mi pare che il servizio potature abbia funzionato a dovere e, se questi dovessero essere i motivi, sarebbe gravissimo. Sono accuse pesanti che vanno verificate a fondo e di cui chiederemo conto all’amministrazione. Palermo vive due difficoltà: l’immondizia e il verde. A questo punto chiedo l’immediato intervento del sindaco che deve prendere una posizione netta dopo queste gravi dichiarazioni”.
A spiegare gli interventi del settore è lo stesso capoarea: “Quando ci sono dei danni seri in chiese o caserme – dice Musacchia – come nel caso di alberi che cadendo potrebbero nuocere alla pubblica incolumità, noi interveniamo. Ma tra me e l’assessore Barbera c’è la più assoluta sintonia”. Ed è proprio Barbera che tenta di illustrare come vanno le cose: “Al di là del calendario, interveniamo sulle segnalazioni che arrivano dai cittadini, dai consiglieri di circoscrizione o dall’amministrazione, ma c’è una eccessiva pressione di richieste legittime ma parziali che arrivano da diversi rami dell’amministrazione che guardano al problema della singola strada. Oppure arrivano da enti pubblici, da caserme o dalla Prefettura in altri casi e verifichiamo sempre con i periti di circoscrizione se c’è un’urgenza”.
“Ma perché il Comune svolge, con suoi uomini e mezzi, già contati, interventi presso altri enti pubblici o chiese che dovrebbero invece provvedere in proprio? In caso di pericolo a intervenire dovrebbero essere la Protezione civile o i Vigili del Fuoco, non il Verde”, ribatte Lo Cascio. E proprio su questo la commissione dovrebbe far luce. “Sono d’accordo che le richieste del cittadino vadano ascoltate e attuate – dice il presidente Torta – anche se ci sono esigenze magari non urgenti ma che rendono difficoltoso il passaggio pedonale, tanto che l’amministrazione vuole creare una sorta di call center per il cittadino. E se avessimo otto squadre di potatori più una per le scuole potremmo avere una programmazione di interventi. Inoltre esprimo perplessità anche sulla manutenzione dei mezzi, sarebbe più corretto verificare perché non godono di un periodo di longevità operativa pur andando regolarmente in manutenzione. Quella di La Mantia è comunque una lettera molto grave e non circostanziata, che non indica responsabili, sa più di delazione. Lo convocheremo al più presto insieme a Musacchia”.
Il problema delle potature, però, è anche la carenza di uomini e mezzi. Oggi il Comune ha 12 potatori, di cui solo tre a pieno servizio che tra ferie, malattia o riposo compensativo a volte non sono tutti presenti. Per non parlare di otto cestelli, impegnati oltre che per conto di Palazzo delle Aquile anche per altri enti pubblici. Già un anno fa La Mantia lamentava la mancanza di risorse per l’eliminazione delle palme colpite dal punteruolo rosso e stimava in otto mesi il tempo necessario per risolvere il problema delle potature. “Il settore potature non andava bene indipendentemente dalle responsabilità dei singoli, come era chiaro, il tutto dovuto a diversi motivi come mancanza di potatori su cui stiamo lavorando e di mezzi che stanno arrivando – dice Barbera – a partire dalla riorganizzazione possiamo evitare un sintomo, cioè un’eccessiva pressione di richieste legittime ma parziali per un servizio che funziona male e non dà risultati. Per ridurre al minimo legittimo le segnalazioni, che sono comunque giuste, il servizio deve funzionare. Escludo però che siano mai stati fatti interventi di potatura a favore di privati”.
LE REAZIONI
“La vicenda è doppiamente grave se fosse vera – dice il capogruppo Idv Filippo Occhipinti – sarebbe la prova che non si vuole fare un reale piano sulle potature per potere utilizzare le squadre come meglio si crede e sicuramente non per il bene collettivo. Ho sollecitato più volte il piano delle potature dove vengano indicate le date e le strade di intervento e che questo venga pubblicato sul sito del Comune. La pubblicazione permette controlli quasi automatici che coinvolgono anche i cittadini delle strade interessate. Una delibera su mia proposta è stata approvata dal consiglio comunale oltre un anno fa. Chiedo al Sindaco di intervenire sulla vicenda anche con provvedimenti drastici e dimostrativi. Ora basta con l’uso privato dei servizi del Comune”.
“Finalmente comprendiamo – dichiara Maurizio Li Muli, presidente della terza commissione della Quinta circoscrizione – perché in questi anni il verde di Palermo è stato abbandonato, non era colpa solo della mancanza di operai o di mezzi ma anche per le continue guerre di competenza interne agli uffici di Ville e Giardini. Oggi – continua Li Muli – scopriamo disposizioni verbali non messe agli atti, interventi non prioritari e soprattutto non di competenza dell’amministrazione comunale che hanno bypassato le normali procedure e la programmazione che invece è sempre stata disattesa. Tutto questo nonostante le decine e decine di segnalazioni delle Circoscrizioni e le migliaia di segnalazioni dei cittadini. Adesso chiediamo un chiarimento circa le denuncie pubbliche del dirigente ma altresì speriamo che il Sindaco e l’Assessore vogliano riorganizzare il servizio decentrandolo nelle otto Circoscrizioni. Siamo pronti – conclude Li Muli – a gestire direttamente in Circoscrizione turni e programmi, sono certo che sapremmo fare di meglio; le Circoscrizioni, le Istituzioni più vicine ai cittadini, sono pronte”.
Pubblicato il
17 Marzo 2014, 22:45