Comuni e riforma elettorale | Il Pd trova l’accordo

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03 Agosto 2016, 17:56

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PALERMO – Dopo una discussione a tratti molto accesa, il gruppo parlamentare del Pd, alla presenza del segretario regionale Fausto Raciti, è riuscito a trovare una sintesi sui punti contestati della riforma elettorale per gli enti locali, che era stata approvata in commissione Affari istituzionali a maggioranza, col solo voto contrario dei due esponenti dei 5stelle. Il Pd proporrà l’eliminazione dei ballottaggi solo se il candidato sindaco raggiungerà il 40% dei consensi, mantenendo il premio di maggioranza; il testo al momento prevede l’abolizione tout court dei ballottaggi. Il Pd è contrario inoltre al terzo mandato. La posizione del Pd è stata spiegata in aula dal vice capogruppo Giovanni Panepinto: “Ci auguriamo che questo testo abbia la condivisione degli altri gruppi”, ha detto.

Polemiche in casa Pd nella sezione palermitana. Da una parte la segreteria provinciale, dall’altra l’area Demos, definita dalla prima “un’associazione composta da soggetti direttamente riconducibili all’assessore regionale all’agricoltura Antonello Cracolici e ai suoi più diretti collaboratori”. “Chi accusa il Pd provinciale di non avere un progetto politico – scrive la segreteria – sbaglia. Non solo c’è, ed è quello uscito dal congresso, ma viene rappresentato e condiviso da iscritti e dirigenti di aree del partito che a livello nazionale non stanno nella maggioranza che sostiene il segretario nazionale e che su Palermo hanno deciso di condividere, responsabilmente, le ragioni dello stare insieme per costruire progetti e programmi condivisi”. “Prendiamo atto – prosegue – che un pezzo del partito si è tirato indietro, facendo prevalere l’interesse alla visibilità negli organismi, pretendendo azzeramenti e cose simili, oltre a mortificare il lavoro di chi ha lavorato in sinergia nell’attuale segreteria e vuole continuarlo a farlo”. Replica Franco Gervasi, portavoce provinciale dell’area Demos. “Il sottosegretario alla pubblica Istruzione Davide Faraone faccia tacere Carmelo Miceli – dice – un segretario provinciale che ormai si è relegato al ruolo di ‘scribacchino di corrente’. Altrimenti Faraone si assuma in prima persona la responsabilità del disastro che la sua area sta provocando nella gestione del partito palermitano”. (ANSA).

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03 Agosto 2016, 17:56

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