31 Marzo 2013, 10:50
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CATANIA – Enzo Bianco candidato sindaco della sinistra? A questo interrogativo rispondono con un secco no Matteo Iannitti, coordinatore provinciale Giovani Comunisti e Pierpaolo Montalto di Rifondazione. In un comunicato motivano il loro diniego a un alleanza con l’ex senatore.
Esiste una Catania da sempre impegnata a costruire l’alternativa per la città e per il Paese, nelle lotte per la difesa dei beni comuni, contro la privatizzazione dei servizi pubblici, contro lo smantellamento dell’Università pubblica e per il diritto allo studio, contro la precarietà e la disoccupazione, in difesa delle lavoratrici e dei lavoratori, di chi è senza casa, per l’emancipazione dei più deboli e degli sfruttati. Una Catania antifascista e antimafiosa che si è battuta contro i poteri forti e gli attacchi alla democrazia. Una Catania che non è stata zitta mentre le amministrazioni Scapagnini-Lombardo-Stancanelli devastavano economicamente, socialmente e culturalmente la città. Rifondazione Comunista ne è stata parte assieme ad associazioni, movimenti, collettivi che hanno costituito l’unica vera opposizione allo sfascio della città e delle sue istituzioni. È questa la Catania che deve assumersi la responsabilità di edificare l’alternativa, anche elettorale, a chi è stato protagonista o silente osservatore del saccheggio della città.
In queste ore, non si comprende con quale credibilità, il centrodestra cerca la strada elettorale per reiterare lo scempio amministrativo di cui è stato protagonista, tentando di candidarsi unito alla guida di Catania per altri 5 anni. Quel che resta del Partito Democratico invece, raccolto intorno alla figura di Enzo Bianco, già sconfitto nel 2005, tenta di concorrere alla vittoria mendicando alleanze tanto con la sinistra quanto con la destra. La conferenza stampa di venerdì scorso durante la quale Enzo Bianco ha incoronato assessore (sempre che vinca) Marco Forzese ne è la triste conferma. Cosa abbia a che fare col cambiamento e con l’alternativa alle destre un patto di ferro con chi è stato esponente di primo piano dell’UDC, pessimo assessore ai servizi sociali della Giunta Scapagnini, indagato nell’inchiesta sulle promozioni facili al Comune di Catania e artefice del buco di bilancio non è dato saperlo. Così come ci sfugge come l’apertura del PD all’UDC, partito che ha governato Catania durante le due amministrazioni Scapagnini e che ha contribuito alla vittoria di Stancanelli, possa rappresentare un mutamento nella gestione della città.
Al contrario, gli appelli al cambiamento, alla costruzione di un programma partecipato, alla scelta democratica del candidato Sindaco lanciati nelle ultime settimane, al pari di percorsi dal basso come Catania Città Aperta, le battaglie in difesa dei beni comuni, per la riqualificazione della città e la riappropriazione degli spazi, rappresentano le irrinunciabili fondamenta per la costruzione di una proposta amministrativa alternativa. È chiaro dunque che queste esperienze di partecipazione sono del tutto incompatibili con Enzo Bianco e i suoi impresentabili alleati, espressioni della peggiore politica clientelare che già troppi danni ha causato alla nostra città. Anche in virtù di eventuali primarie dunque, le esperienze e le proposte politiche di chi ha devastato Catania resterebbero inconciliabili con chi si è opposto con coerenza a privatizzazioni, sgomberi e malgoverno. Rifondazione Comunista è pertanto indisponibile a formare una coalizione, quale che sia la formula adottata per la scelta del candidato Sindaco, con chi è stato complice della cattiva amministrazione e del saccheggio di Catania.
Occorre mettere in campo alle prossime elezioni amministrative una coalizione dei diritti, della giustizia sociale e dei beni comuni che segni una radicale alternativa al blocco di potere che ha umiliato Catania negli ultimi vent’anni. Una coalizione che tenga insieme le/i protagoniste/i delle lotte e trasformi le tante esperienze di partecipazione dal basso in proposta amministrativa credibile per il rilancio della città. Una coalizione antifascista che combatta anche elettoralmente la borghesia mafiosa e i partiti delle clientele, la speculazione edilizia e la dittatura editoriale di Mario Ciancio Sanfilippo. Una coalizione che metta al centro un modello di sviluppo civico alternativo, ecosostenibile, che salvaguardi i beni comuni e ripubblicizzi tutti i servizi alle cittadine e ai cittadini. Una coalizione che metta al centro i nuovi diritti per le persone LGBT e per le/i migranti, che si batta per il testamento biologico e la registrazione delle coppie di fatto.
Nuova gestione dei rifiuti, decementificazione, fruibilità delle coste e del porto, eliminazione delle barriere architettoniche, lotta alla dispersione scolastica, interazione virtuosa tra città e Ateneo e creazione di spazi sociali rappresentano i pilastri di un progetto che si pone l’obiettivo di sottrarre l’amministrazione della città alle cricche politico-mafiose per metterla finalmente al servizio delle cittadine e dei cittadini, delle lavoratrici e dei lavoratori, di chi abita i quartieri e di chi sta soffrendo più degli altri il peso della crisi economica. Rifondazione Comunista, insieme ad altri soggetti della sinistra, è parte di questa coalizione che ha scritto il proprio programma in anni di lotte e che, in coerenza con un lungo percorso di costruzione dell’alternativa, si presenterà con un proprio candidato Sindaco scelto democraticamente.
Lasciamo ad altri le alchimie delle alleanze prive di coerenza e progetto amministrativo. Vogliamo scrivere tutta un’altra storia.
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31 Marzo 2013, 10:50