03 Febbraio 2022, 06:10
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PALERMO – Cambiano le tariffe – fissate a 62 euro al giorno pro capite – per le cooperative che gestiscono le Comunità di accoglienza per donne sole, vittime di abusi o con figli e le Comunità alloggio per minori, centri a volte dal domicilio segreto per tutelare le persone assistite. E c’est la guerre fra l’assessorato regionale alla Famiglia guidato da Antonio Scavone e un’esponente di maggioranza, Marianna Caronia, deputata regionale leghista. Dalla parte della parlamentare, una porzione delle stesse cooperative, soprattutto nel Palermitano, che annunciano la serrata forzosa con la conseguenza che le donne assistite potrebbero trovarsi da un giorno all’altro – questo l’allarme – senza un tetto.
La parlamentare delinea infatti scenari foschi: “Circa 1.200 donne e bambini socialmente fragili o vittime di violenza, e con loro circa 1.000 operatori sociali, rischiano di trovarsi letteralmente per strada fra pochi giorni, quando le cooperative che gestiscono le Comunità accoglienza per donne sole o con figli e le Comunità alloggio per minori interromperanno le attività. Chiedo alla Regione di rivedere urgentemente il decreto assessoriale che ha fissato le tariffe”.
Un po’ d’ordine formale e di competenze: le cooperative vengono pagate dai Comuni e agiscono attualmente senza avere in tasca i contratti rinnovati per tempo. Hanno così prestato assistenza durante tutto il 2021, finché la Regione, mediante il gruppo di lavoro costituito dentro l’assessorato, ha (le compete) rivisto a novembre la tariffa giornaliera, portandola da 77 o 61 a seconda delle dimensioni dei centri, a 62 euro. Questi 62 euro accorpano “pro die e pro capite”, cioè a testa ogni giorno, oneri fissi per 52 euro e spese di mantenimento (fondamentalmente vitto) per 10 euro. Così alcuni Comuni, soprattutto in provincia di Palermo e a partire proprio dal capoluogo, decidono di fare fede alle nuove tariffe per i mesi già trascorsi, applicando le tariffe a rimborso in maniera retroattiva. “La vicenda – rincara la Caronia – che coinvolge 57 strutture che gestiscono oltre 100 comunità in Sicilia, ognuna con una possibilità di accogliere fra 10 e 20 persone, contrappone le cooperative alla Regione, dopo l’emanazione del decreto dell’assessore Scavone del 10 novembre del 2021, con il quale è stato fissato a 62 euro al giorno per persona ospitata la tariffa spettante. Un importo che contrasta con quello che era stato indicato come congruo da un gruppo di lavoro interno allo stesso assessorato, che a settembre aveva proposto una retta di 77 euro giornaliere, limitata a 61 euro solo per le strutture più grandi, con capienza fino a 20 persone”. A fine anno, in data 28 dicembre, alcune cooperative aveva pure mosso i primi passi di vie legali, sottoscrivendo una pec inviata dal loro legale nella quale si chiedeva al prefetto di “avviare un tavolo tecnico per la risoluzione della vicenda, evidenziando che – in mancanza di sollecita definizione – le cooperative rappresentate valuteranno di avviare tutte le pratiche di liquidazione, volte alla dimissione di tutti gli utenti attualmente ricoverati, non essendo sostenibile la prosecuzione dell’attività”. Tutte fuori, praticamente, paventa la Caronia con le coop. Anzi tutti, bambini inclusi. Le coop firmatarie erano state Arcadia, Pantogra, Esdra, Benny L’Angelo Blu, Itaca e Olimpia. Più precisamente, il decreto settembrino prevedeva due fasce: una di “77 euro nel caso in cui si consideri una ricettività media di 15 persone; 61 euro nel caso in cui si consideri la ricettività massima di 20 persone, fra parte fissa (costi del personale e affitto) e retta giornaliera: retta complessiva di 77 euro di cui 63 oneri fissi e 14 retta giornaliera; retta complessiva di 61 euro di cui 47 oneri fissi e 14 retta giornaliera”.
Tirato in causa, l’assessore Antonio Scavone premette intanto che “non si tratta di problemi politici ma afferenti l’amministrazione attiva e la congruità oggettiva della tariffa per le persone assistite”. Poi conferma la “sostanziale congruità delle tariffe definite dal gruppo di lavoro: si tratta di 62 euro a persona ogni giorno, soprattutto facendo riferimento alle cooperative con maggior capacità di accoglienza, che possono mettere in campo migliori opportunità di ottimizzazioni di scala. La Regione ha fatto quanto di propria competenza, e alla fine il notabene è d’obbligo: le spese gravano sui Comuni”. Fuori testo: non va dimenticata la condizione di difficoltà di molti enti locali e 62 euro non sono pochi. Scavone, d’altro canto, pur confutando chi parla di scippo o, più normalmente, di “decisione unilaterale”, non chiude la porta a un tavolo tecnico che riveda e nuovamente rifletta: “Nel fissare le tariffe, il gruppo di lavoro e io stesso abbiamo tenuto interlocuzioni concrete con gli operatori, eterogeneamente e a tutto campo quanto a forza imprenditoriale e numero di assistiti. Non abbiamo difficoltà a farlo ancora e a sederci a un nuovo tavolo tecnico, se si deciderà di istituirlo”.
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03 Febbraio 2022, 06:10