Con chi starebbe oggi Borsellino?

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19 Luglio 2011, 12:13

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(R.P.) Con chi starebbe oggi Paolo Borsellino? Lo troveremmo dalla parte dei magistrati senza se e senza ma. Lo dice il pm Di Matteo: “Combatterebbe per l’indipendenza della magistratura”. Oppure starebbe dall’altra siepe della barricata: con coloro che non apprezzano il presenzialismo di certe toghe. Paolo Borsellino era un uomo libero che aveva ben presente i modi espressivi corretti legati al suo ruolo. Parlò chiaramente da coraggioso in difesa di Giovanni Falcone, proteggendo il suo amico e l’istituzione ferita, usando termini inappuntabili. Utilizzando cioè le parole giuste di chi indossa un abito che esclude concioni da tribuno del popolo. Paolo Borsellino non cercò mai l’applauso, l’ovazione. Intervenne soltanto, con visibile sofferenza, solo quando ritenne di non potere più tacere, non per interesse personale: nella logica suprema dello Stato di diritto.

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E fu un attento indicatore dei confini dell’etica pubblica, senza mai abbandonare contegno e discrezione. La politica ancora oggi si volta dall’altra parte, tuttavia la riflessione di Borsellino sull’onestà e l’assenza di sospetto che dovrebbero contraddistinguere i portatori della rappresentanza popolare e delle responsabilità di governo è una pietra miliare della democrazia. Nei dintorni del diciannove luglio (come accade per Falcone il 23 maggio) si svolge una sgradevole seduta spiritica. Ognuno – per ragioni di partigianeria – chiama in causa il giudice assassinato in via D’Amelio e lo arruola nel suo campo. Quel che è peggio: lo arruola contro qualcuno. Chi scrive pensa che questo sia un comportamento infelice, che arrechi offesa alla memoria di un eroe italiano: eroe della sua normalità e del suo sacrificio. Secondo noi, Paolo Borsellino oggi starebbe, come allora, con la sua coscienza, senza codazzi di tifosi alle spalle. Un uomo libero è destinato a  scontentare tutti.

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19 Luglio 2011, 12:13

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