07 Settembre 2014, 17:18
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PALERMO – “Se dipendesse da noi, questo governo sarebbe già a casa. Crocetta è convinto di avere cambiato la Sicilia, ma forse non mette il naso fuori dai suoi palazzi dorati”. Adesso tocca a lei. Dopo Giancarlo Cancelleri e Grancesco Cappello, è il turno di Valentina Zafarana. È lei il nuovo capogruppo all’Ars del Movimento cinque stelle. E il primo atto “ufficiale” nelle vesti di guida dei deputati grillini a Sala d’Ercole è la presentazione di una mozione di censura nei confronti dell’assessore Scilabra, annunciata pochi giorni fa in Commissione Lavoro.
Lei in occasione di quella seduta è stata molto dura nei confronti dell’assessore. Le posso chiedere quale, tra i tanti che avete segnalato, è stato il motivo che vi ha spinto a presentare questa mozione?
“Guardi, potrei risponderle che l’assessore Scilabra non ne ha azzeccata una. Il Piano giovani ha rappresentato solo il più evidente tra gli insuccessi. Questo governo, soprattutto nel settore della Formazione, naviga a vista e crea solo disastri”.
A dire il vero, il presidente Crocetta racconta di aver messo in atto una “rivoluzione” e una serie di interventi di “moralizzazione” del settore. Lei la pensa diversamente?
“Una cosa è vera: in questi due anni il presidente Crocetta ha preferito rivolgersi alle Procure invece di pensare a governare. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. C’è gente che attende lo stipendio da oltre venti mesi. E non è un caso che nei prossimi giorni assisteremo a nuove massicce proteste dei lavoratori”.
Una immagine cupa. Secondo il governatore, invece, gli interventi sulla Formazione rappresentano il fiore all’occhiello di questa prima parte di legislatura.
“Se è per questo ho letto anche che Crocetta è convinto di aver cambiato la Sicilia. Forse, da un po’ non esce dalla sua reggia dorata. La gente la pensa in maniera completamente diversa da lui. Tra l’altro, da mesi sentiamo strombazzare un ddl che rappresenterà la nuova riforma della Formazione. Dov’è? Chi l’ha visto? All’Ars non è mai arrivato…”.
Critiche, le sue, condivise anche da altre forze politiche. Secondo Crocetta, però, quegli attacchi sarebbero solo legati alla volontà di una politica gerontofila di proteggere vecchi sistemi. Lei così “anziana” non mi pare…
“Il presidente Crocetta sbaglia quando tira dentro anche noi in questa descrizione. La Formazione professionale, nel passato, è stata tutta in mano agli altri partiti oltre che ai sindacati. Il Movimento cinque stelle a questo gioco non ha mai partecipato. A noi interessano solo i diritti dei lavoratori, della gente che non ce la fa più, anche a causa delle scelte del governo Crocetta”.
Lei crede allora che basterà questa mozione di censura per cambiare il quadro preoccupante che ci sta descrivendo?
“La mozione è solo il primo di una serie di atti che porteremo avanti anche attraverso il coinvolgimento di deputati nazionali ed europei. Presenteremo interrogazioni al Senato e alla Camera sul Piano giovani, mentre a Bruxelles, da dove arrivano davvero i soldi, cercheremo di ottenere altre informazioni. Proveremo a fare chiarezza, ad esempio, anche sui rischi di perdere i finanziamenti stanziati”.
Insomma, sul Piano giovani volete dare battaglia, il giudizio sul governo Crocetta è negativo. Quanto è lontano il cosiddetto ‘modello Sicilia’, quando voi e il governatore sembravate in sintonia quasi su tutto…
“Alla base del modello Sicilia credo ci sia stato un equivoco. Noi siamo sempre rimasti fuori dai vecchi schemi di maggioranza e opposizione. Noi rappresentiamo il cittadino all’interno delle istituzioni. E il nostro voto è sempre stato rivolto alle questioni, non ai partiti. Finché i provvedimenti del governo erano coincidenti col nostro programma, e all’inizio è stato così, come nel caso dell’abolizione delle Province, abbiamo sostenuto queste riforme. Ma adesso è cambiato tutto”.
Vale a dire?
“Vorrei ricordare che già ad ottobre abbiamo presentato una mozione di sfiducia contro questo governo. Il giudizio, insomma, è fortemente negativo. La Sicilia oggi sta affondando. E questo esecutivo non è nemmeno in grado di farsi valere a Roma. E del resto, a Matteo Renzi non importa nulla della Sicilia”.
Forse adesso, tra divisioni interne al Pd e in altri partiti, i tempi sarebbero maturi per una mozione di sfiducia. Forse oggi, insomma, i numeri ci sarebbero. Ci state pensando?
“Solo in teoria. Ma la verità è un’altra. Per noi questo governo deve andare a casa. E noi saremmo i primi pronti a staccare la spina. Ma tutti gli altri non hanno alcuna intenzione, al di là delle dichiarazioni. Gli altri deputati hanno paura delle urne. Non hanno nessuna voglia di mollare la Sicilia”.
Come giudica la vostra capacità di fare opposizione? Credete di essere in qualche modo efficaci? L’altro giorno Davide Faraone ha detto che in Sicilia un’opposizione non esiste…
“Io credo che la critica di Faraone sia surreale. Penso che sia lui, sia i vertici regionali del Pd dovrebbero pensare innanzitutto a risolvere i propri problemi interni, prima di guardare altrove. Il nostro atteggiamento, lo ribadisco, ė sempre lo stesso. I nostri sì e i nostri no sono legati alle questioni, non a giochi politici o partitici che non ci interessano affatto. Semmai proveremo a suggerire al governo il modo giusto di fare alcune cose…”.
Ci può fare un esempio?
“Il governo e i partiti di maggioranza e opposizione sono costantemente impegnati a salvaguardare gruppi e persone che da anni vivono sotto l’ombrello della Regione. Noi vogliamo estendere certe tutele al di fuori di quel palazzo e di quei gruppi. Anche alle categorie che non sono mai state considerate dalla politica. Per questo, ad esempio, proporremo il reddito di cittadinanza. Ma fatto bene. Crocetta infatti in occasione dell’ultima Finanziaria ha voluto fare di testa sua e la norma, come era prevedibile, è stata bocciata. Lo aiuteremo”.
Sempre se il presidente è d’accordo. Riguardo al Movimento cinque stelle ha detto che certe logiche politiche finiscono per fare invecchiare anche i giovani come lei…
“Io credo che il problema di essere giovani o meno giovani non sia necessariamente legato all’anagrafe. Si può fare, ad esempio, l’assessore a trent’anni e dare ai problemi risposte vecchie. In quel caso, altro che cambiare la Sicilia. Non risolverai mai nulla”.
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