Con il gelato (e l’amore) non si scherza | L’ultimo saluto a un grande maestro

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10 Novembre 2011, 12:43

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(R.P.) Qualcuno – con una certa acrimonia di toni – critica il bellissimo estremo saluto a Giovanni Ilardo, che ha dato l’addio al mondo e al cioccolato nella gelateria di famiglia. In nome di un preteso senso comune, è giusto affiancare un morto ai coni? Obiezione istantanea per chi consideri la morte e la vita come una coppetta alla vaniglia e al limone. Gusti incommensurabili. Ma c’è una grandezza latente in questa visione delle cose che conduce a riabbracciare un maestro artigiano nel luogo dei suoi sogni realizzati. Un’idea talmente sconfinata da sfuggire alla peculiarità morbosa dello spioncino e del successivo giudizio che, nella provincialissima Palermo, non rispetta i sentimenti di nessuno.

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E c’è la lezione suprema di chi considera la morte un accidente di pochi secondi che non stacca una persona dal calco impresso con la sua identità, in anni e giorni densi e lunghissimi. La fine è una trasformazione di stato, un orpello giuridico, una forma dell’esistere. Non lava via nulla.
Perciò, abbiamo detto arrivederci a un uomo, accanto a una coppetta con panna. Il modo migliore per rendergli omaggio, per dirgli: addormentati, se non puoi farne a meno. Ma il tuo sapore resta qui, con noi.

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10 Novembre 2011, 12:43

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