28 Dicembre 2011, 20:57
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Il segreto è sorridere. Sempre. L’Udc ti lascia con un palmo di naso, dopo il calcio del mulo. L’Udc ha le carte in mano. Sorridi. Strofina le terga dolenti, ma sorridi. E racconta al mondo che si tratta di una buona notizia. Il Pd ribolle di malumori, talché il pastore di quelle contrade – Antonello Cracolici – deve inerpicarsi sul volteggio di cento acrobazie per tentare di far quadrare i conti. E tu sorridi. Anzi, spalanca la bocca di più, fino al limitare della risata. Però non ridere a piena gola. La gente potrebbe accorgersi della finzione. La lezione di Raffaele Lombardo, al cospetto delle avversità, è una tesi ammirevole sullo stoicismo. In queste ore convulse di scricchiolio e frane, il governatore dà il meglio di sé. Sciorina tutta la portentosa classe che gli ha permesso di durare e di regnare in un mondo di squali travestiti da confratelli. Sorride.
Il Cuffarismo e il Lombardismo saranno studiati dagli storici a venire con soggezione e rispetto. Il primo strumento del potere si basava sulla bonomia al servizio della scaltrezza e di maleodoranti clientele. Il secondo alterna il bastone e la carota, carezze ruvide e mosse repentine. Di Pietro disse di Raffaele: “Un Cuffaro senza cannoli”. Hanno ragione i lombardiani a dire che nessuno è innocente, perché tutti sono colpevoli. Hanno buon gioco nel ricordare ai critici dell’altra sponda porcherie e malefatte, perché la rovina della Sicilia non si è concretizzata nell’arco di tre o quattro governi. Ma se qualcuno del palazzo provasse a mettere un quarto di orecchio fuori dal portone dorato, avvertirebbe un rumore sordo. Brontolio di popolo, di rabbia, di stomaco e di fame. Fino a quando sarà possibile contenerlo? Fino a quando sarà lecito inscenare la sceneggiata dell’Ars, con gli onorevoli in veste di teatranti, con le guance arrossate di lacrime per i “poveri precari”? E non è stata la politica – questa politica a braccetto con quell’altra – a creare e foraggiare un bacino di disgraziati da tenere al guinzaglio della proroga in chiave elettoralistica? Gli stessi uomini, magari con uniformi cangianti.
Torniamo al protagonista più o meno visibile della vicenda, al presidente Lombardo che è apparso e riapparso nei pensieri dei convenuti della seduta all’Ars. Un segno su tutti. L’abbiamo scritto e lo ripetiamo: se i democristiani abbandonano la nave, vuol dire che non c’è più trippa per gatti e che siamo all’inizio di un declino. I Dc Doc hanno vibrisse sensibilissme per misurare il flusso del potere. Forse l’ennesima crepa sarà un altro sorso di lunga vita per un governatore che ha dimostrato di essere fin qui invulnerabile. Forse rattopperanno alla meno peggio con sedioline e prebende. Con una differenza. Non sarà più Lombardo a dare le carte. Per uno come lui è già l’ombra di una sconfitta, è il profilo delle spalle contro il muro, che è sempre muro. Invalicabile. Anche se sorridi e dici che non è niente.
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28 Dicembre 2011, 20:57