11 Giugno 2014, 19:55
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PALERMO – Si indaga su una seconda persona. Qualcuno che potrebbe avere partecipato, assieme a Salvatore Maniscalco, all’omicidio di Concetta Conigliaro, la ragazza scomparsa da San Giuseppe Jato il 9 aprile scorso. Mentre è attesa l’udienza di convalida del fermo del marito, gli investigatori non escludono altre complicità.
I sospetti si indirizzano nei confronti di una persona del giro delle conoscenze della coppia. Una coppia tale solo nella forma perché Concetta era andata via di casa e voleva avviare le pratiche per la separazione. Chi è questo qualcuno e quale ruolo, se lo ha avuto, avrebbe ricoperto nella vicenda della scomparsa di cui si è occupata anche la trasmissione Chi l’ha visto? Gli investigatori sono cauti. Le bocche restano cucite, ma i sospetti non mancano e sarebbero stati alimentati anche da alcuni interrogatori.
L’appuntamento è per domani mattina alle dieci. Salvatore Maniscalco si dovrà presentare per l’udienza di convalida del fermo davanti al Giudice per le indagini preliminari Lorenzo Matassa. Maniscalco si trova rinchiuso all’Ucciardone perché indiziato di avere ucciso la moglie. Nel corso di un interrogatorio ha indicato il luogo dove erano stati nascosti i resti bruciati del corpo della ragazza di 27 anni. È stato lui a farli ritrovare. Sabato notte, davanti ai carabinieri della compagnia e del gruppo di Monreale, Maniscalco ha fornito, però, tre versioni differenti e contrastanti. Dopo essersi chiuso nel silenzio, ha deciso di parlare. Dapprima ha raccontato che la moglie si era suicidata. L’aveva trovata soffocata in casa con un sacchetto. Poi, però, ha detto di averla aiutata a togliersi la vita. Anche in questo caso non sono mancate le contraddizioni: l’avrebbe aiutata perché “lei voleva morire”, salvo aggiungere di averla bruciata per “rabbia e gelosia”. Non c’è stata, dunque, una confessione piena, tanto che Maniscalco, ad un certo punto, ha tirato in ballo un altro uomo con cui Concetta aveva una relazione. Sarebbe stato lui ad ucciderla.
Contraddizioni e tanti dubbi. L’unica certezza è che le ossa fatte ritrovare da Maniscalco sono umane, anche se ci vorrà del tempo e ulteriori esami per accertare se appartengano a Concetta. Il legale di Maniscalco, l’avvocato Salvatore Ferrante, ha deciso di attendere l’udienza di convalida prima di incontrare il suo cliente. Non è escluso, nel caso in cui il Gip dovesse applicare una misura cautelare, che il legale chiederà una perizia sulle capacità di intendere e volere di Maniscalco. Che al momento resta l’unico indiziato del delitto. Ma c’è l’ombra della partecipazione di una seconda persona.
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11 Giugno 2014, 19:55