12 Novembre 2021, 10:15
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Concussione, corruzione, falso ideologico. Queste le accuse per tre persone arrestate dalla polizia e finite ai domiciliari. L’inchiesta è stata coordinata dalla Procura di Messina guidata da Maurizio de Lucia. Secondo l’accusa, uno degli arrestati, Salvatore Muscolino, oggi in pensione e, all’epoca dei fatti, dirigente del Dipartimento Prevenzione dell’Asp della città dello Stretto, avrebbe chiesto a imprenditori titolari di attività di ristorazione o di strutture alberghiere di stipulare contratti assicurativi con l’agenzia della quale il figlio, Mario, è titolare.
Secondo gli inquirenti Muscolino avrebbe sfruttato la propria qualifica istituzionale, e i poteri che derivavano dalla sua carica, per favorire gli interessi del figlio Mario, complice e certamente consapevole delle modalità mediante le quali il padre gli procurava un sempre crescente numero di clienti. I successivi approfondimenti, effettuati tramite attività tecniche e acquisizioni documentali, hanno consentito di verificare come l’agenzia assicurativa avrebbe stipulato un numero significativo di polizze proprio in coincidenza con la nomina del padre alla direzione del Dipartimento Prevenzione dell’ASP avvenuta nel luglio del 2018.
Nella lista dei clienti della agenzia assicurativa, secondo quanto accertato dagli investigatori della Squadra Mobile, sono presenti importanti attività imprenditoriali che operano nei settori della produzione e grande distribuzione del settore alimentare, in quello turistico/alberghiero o in ambiti che hanno comunque attinenza con il mondo della sanità. Altra figura di rilievo dell’inchiesta sarebbe quella di Francesco Currò, titolare di un laboratorio di analisi accreditato presso la Regione e a stretto contatto con l’A.S.P. di Messina, che, interessato a mantenere costanti rapporti con il dirigente, lo avrebbe aiutato facendo intermediario tra lui e gli imprenditori. Muscolino avrebbe sollecitato Currò a stilare un elenco di operatori ai quali proporre la stipula di contratti assicurativi con l’agenzia del figlio. Le indagini, inoltre, avrebbero fatto luce su un collaudato sistema corruttivo che aveva ad oggetto la compravendita di false attestazioni pubbliche, in materia di sicurezza alimentare, messo in piedi da Currò. Diversi ristoratori si sarebbero rivolti a lui, in qualità di “formatore per alimentaristi”, per chiedergli il rilascio ai propri dipendenti dei cosiddetti attestati “HACCP” . Currò, in diverse occasioni, Inn cambio di soldi, avrebbe attestato falsamente la partecipazione dei lavoratori ai corsi obbligatori di formazione o il superamento dell’esame finale.
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12 Novembre 2021, 10:15