28 Ottobre 2013, 17:41
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PALERMO – Pesanti le accuse. Pesante la pena. Una commercialista di 52 anni, Rosalia Machì, è stata condannata a 4 anni e 6 mesi dalla seconda sezione del Tribunale di Palermo.
I reati ipotizzati vanno dalla corruzione all’accesso abusivo del sistema informatico dell’Agenzia delle Entrate Palermo 2. Secondo il pubblico ministero Sergio Demontis, assieme ad altri commercialisti, ragionieri e funzionari dell’Agenzia, la Machì avrebbe fatto ottenere ai propri clienti sconti su sanzioni pecuniarie dovute al mancato pagamento di tasse e cartelle esattoriali.
La posizione della commercialista era stata stralciata dal troncone principale del processo. Un vizio di notifica ha di fatto rinviato la sentenza arrivata oggi. Una sentenza che ricalca quanto avvenuto per altri imputati per i quali le condanne sono ormai definitive. L’inchiesta nel 2007 sfociò in una dozzina di arresti fra funzionari del Fisco e professionisti. Uno dei dipendenti dell’agenzia delle Entrate, Antonino Di Vita, confessò il delitto e inguaiò i suoi coindagati raccontando il presunto meccanismo delle tangenti. Piccoli importi che gli imprenditori avrebbero pagato per fare annullare o revocare le sanzioni del Fisco. Secondo gli investigatori, i funzionari corrotti avrebbero intascato il 30% dell’importo dei tributi scontati ai contribuenti accedendo alla banda dati centrale.
“Solo dopo il deposito delle motivazioni – spiega il legale dell’imputato, l’avvocato Corrado Sinatra – si potranno fare considerazioni utili sul processo”.
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28 Ottobre 2013, 17:41