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Condanna per caporalato, altri 20 rider si costituiscono parte civile

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18 Ottobre 2021, 12:38

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Altri 20 rider hanno chiesto di costituirsi come parti civili, per gli eventuali risarcimenti danni, oltre ai 44 già entrati, nel processo milanese a carico della manager di Uber, già sospesa Gloria Bresciani accusata di caporalato a seguito dell’inchiesta del pm Paolo Storari.

L’inchiesta aveva portato pure al commissariamento, il 29 maggio 2020, della filiale di Uber successivamente revocato a marzo dai giudici della Sezione misure di prevenzione dopo il riconoscimento del percorso “virtuoso” intrapreso dalla società.

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Inoltre, come hanno chiarito i legali dei fattorini davanti al giudice della nona penale Mariolina Panasiti, arriveranno altre richieste di costituzione da parte di altri rider, anche perché, come avvenuto già nel caso degli ultimi 20, la notizia della sentenza di venerdì scorso, con la condanna di un responsabile di una società di intermediazione e con risarcimenti da 10mila euro l’uno per 44 rider, “ha raggiunto altri lavoratori che non sapevano dell’esistenza dell’indagine e che si stanno facendo avanti”.

Cinque rider erano anche presenti oggi in aula e in mattinata, prima dell’udienza, hanno inscenato pure un presidio di protesta fuori dal Palazzo di Giustizia spiegando di essere stati “trattati come schiavi” e di volere “giustizia”. Come emerso dall’inchiesta del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf milanese, i lavoratori venivano “pagati a cottimo 3 euro”, “derubati” delle mance e “puniti” con decurtazione dei compensi se non stavano alle regole. Il processo è stato aggiornato al 17 dicembre, quando le parti discuteranno delle nuove richieste di costituzione come parti civili.

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18 Ottobre 2021, 12:38

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