13 Luglio 2016, 12:51
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PALERMO – Venti ergastoli, 33 anni e 6 mesi di isolamento diurno, 49 anni e un mese di reclusione e 13mila euro di multa: questo il “conto” che lo Stato aveva presentato a Bernardo Provenzano, il capomafia morto oggi a 83 anni, nel marzo del 2014. Allora, la procura di Palermo aveva emesso un ordine di esecuzione pena a carico di Provenzano e dell’altro boss corleonese Leoluca Bagarella. Tra i delitti per i quali “Binu u Tratturi” era stato condannato, ci sono la strage di Capaci, in cui persero la vita Giovanni Falcone, la moglie e i tre agenti della scorta, la strage di via D’Amelio in cui morirono Paolo Borsellino e cinque agenti di scorta, le stragi di Firenze, Milano e Roma del 1993 e altri delitti eccellenti come quello del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, Rocco Chinnici, Piersanti Mattarella, Pio La Torre, Cesare Terranova. Provenzano era stato condannato all’ergastolo nel 2009 anche per la strage di viale Lazio, uno dei più cruenti regolamenti di conti della storia di Cosa nostra avvenuto nel 1969.
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13 Luglio 2016, 12:51