Condizionatori a go-go: |"Abbiamo controllato, tutto spento" - Live Sicilia

Condizionatori a go-go: |”Abbiamo controllato, tutto spento”

Apparecchi accesi, uffici chiusi: la segnalazione
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Condizionatori accesi per tutto il fine settimana in uffici chiusi, in via Imperatore Federico a Palermo. La segnalazione è giunta a Livesicilia da un lettore, ma subito dopo c’è stata un verifica. Il custode è stato chiamato e inviato nei locali per verificare se vi fossero condizionatori accesi. “Abbiamo controllato, è tutto spento” hanno fatto sapere dall’assessorato al Lavoro. Meno male. E per evitare che qualcosa del genere possa succedere (o ripetersi) riportiamo il “pro-memoria” del nostro lettore.

La segnalazione è giunta direttamente dal quinto piano dello stabile di via Imperatore Federico 70. Da un lettore di Livesicilia che non lamenta tanto il fastidio del calore che viene fuori dagli sfiatatoi, quanto “l’ordinaria cattiva gestione e spreco del denaro pubblico da parte dei nostri allegri amministratori”. Il lettore, infatti, lamenta (e calcola) il danno economico e quello ambientale. “Il tutto – scrive il lettore – realizzato negli uffici di un ramo di quell’Amministrazione regionale (la Regione Siciliana) che avrebbe la dichiarata ambizione, speriamo non velleitaria, di attuare i principi della terza rivoluzione industriale di Rifkin (energie rinnovabili, efficienza energetica, generazione diffusa, reti intelligenti e idrogeno)”.

“Parliamo di locali disposti su più elevazioni, che verosimilmente occuperanno 3.000 mq di superficie con consumi di energia elettrica stimabili, in un ipotetico weekend di ordinaria follia, in oltre 2 MW/h per oltre 1.000 kg di Co2 prodotta e rilasciata nell’aria e 500 kg di petrolio consumati (0,5 TEP: Tonnellate Equivalenti di Petrolio)” spiega il lettore. E sottolinea la gravità di queste “distrazioni” quando al cittadino “è richiesto un continuo sacrifico in termini di rinunce (a diritti e servizi) e di maggiori oneri (imposte e tasse) per accorrere in soccorso dei dissestati bilanci pubblici”.

Ciò è molto grave, ancor più in un momento di crisi nel quale “al cittadino è richiesto un continuo sacrifico in termini di rinunce (a diritti e servizi) e di maggiori oneri (imposte e tasse) per accorrere in soccorso dei dissestati bilanci pubblici, eredità di dissennate gestioni e di amministratori disonesti e/o incapaci”.

“Non è più tollerabile sperperare così l’energia – chiude il lettore – per di più per riscaldare o raffreddare ambienti vuoti. Questo interessa ogni cittadino, consapevole o meno, ma che in qualità di contribuente finanzia coi propri soldi, anche forzosamente, questo genere di sprechi”.


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