30 Maggio 2016, 16:47
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CATANIA – Continua a colpi di conferenze stampa la battaglia per l’accorpamento della Camera di Commercio di Catania, Siracusa e Ragusa anche se dovrebbero essere altri i soggetti – e non solo i giornalisti – a cui le cordate di Confcommercio e Confindustria – in armi e senza sosta da novembre 2015 – dovrebbero rivolgersi. Prima fra tutti la Procura. Anche se è già noto che quella di Catania sta lavorando nel merito per due indagini. Se per ovvie ragioni la Procura al momento tace, dalla Regione le notizie fioccano: all’inizio della settimana scorsa, lunedì 23 maggio, l’assessore regionale alle Attività Produttive, Mariella Lo Bello, aveva indetto una riunione con il suo dirigente per la firma dei decreti ormai pronti. Pronti sì, ma mai firmati dopo che il presidente Crocetta è tornato di peso sulla decisione – annunciata mesi fa e poi buttata alle ortiche per una possibile incongruenza – di voler nominare un commissario straordinario unico per i quattro accorpamenti (Trapani, Palermo, Catania e Messina le città capofila) che interessano le Camere di Commercio siciliane.
Ma chi o cosa vorrebbe commissariare il presidente Crocetta? I commissari ad acta nominati dal Mise che hanno già concluso il loro lavoro dopo aver inviato il verbale di verifica all’assessorato o gli uffici della Regione Siciliana che non hanno firmato i decreti già pronti? È questa la domanda che gira tra gli addetti ai lavori e tra i diretti interessati dallo scorso venerdì. E se da un lato la cordata di Confindustria risponde alle perplessità dei deputati all’Ars e alla Camera del M5S dicendo che è giusto fare nuove verifiche, proprio dai 5 stelle si sottolinea il fatto che “Il presidente Crocetta sarebbe pronto ad attribuirsi poteri ad egli non afferiti, in materia di accorpamento delle Camere di Commercio decidendo, di fatto, di bloccare i procedimenti previsti dal decreto 156 del 2011 al quale i commissari individuati dal Ministero si sono attenuti”.
“Insomma in una Sicilia che va avanti a suon di commissari, cos’altro vuole commissariare Crocetta?”. Questo è stato chiesto stamattina durante la conferenza stampa indetta dalla cordata di Confcommercio. E in più, ha aggiunto Pietro Agen, presidente regionale di Confcommercio “abbiamo chiesto un incontro con i capigruppo parlamentari perché il fatto riveste importanza politica, poi abbiamo anche presentato domanda per essere ascoltati dalla commissione antimafia (regionale e nazionale) perché riteniamo che ci siano risvolti da approfondire. Terzo reitereremo la domanda di incontro alla Procura di Catania – già fatta l’8 aprile scorso, aggiunge Agen – estendendola a quelle di Siracusa, Ragusa oltre che alla Procura generale. Questi sono i passaggi politici.
Per quanto riguarda l’aspetto legale, lo studio Musco sta inoltrando una vera e propria diffida al presidente della Regione e all’assessore perché si firmi questo decreto di attribuzioni. Del resto è già stato ampiamente spiegato – e ribadito più volte dall’assessore Lo Bello, aggiunge Agen – che la Regione, in questa vicenda, ha un ruolo da prefettura e notaio. Ci mancherebbe altro che la Prefettura in corso di elezioni, per le lamentele di Tizio o di Caio, sospendesse il risultato elettorale e nominasse i commissari. Sarebbe un blocco della democrazia ed è questo che sta accadendo in Sicilia. E dietro tutto questo c’è l’aeroporto di Catania”.
Quali sono le vostre idee sull’aeroporto di Catania?
“Intanto che dovrebbe essere gestito da professionisti e non più da dilettanti, ma riteniamo anche che coloro che rappresentano i soci (Camere di Commercio, Provincia e Irsap) si riuniscano e decidano democraticamente il destino dell’aeroporto di Catania. La tesi di Confcommercio è quella di andare a una vera privatizzazione e non a un aumento del capitale attraverso la Borsa con un’entrata di un socio al 20%, perché riteniamo che questo serva solo a portare soldi all’attuale gruppo dirigente per andare avanti bene o male. Più male che bene a dire il vero”.
Presidente, al posto di una conferenza forse bisognava presentare un esposto alla Procura…
“Sì certo. E noi, credendo nella giustizia, l’abbiamo fatto segnalando fatti gravi che, non ai cittadini, ma alla Procura vanno esposti. Sono mesi che aspettiamo. È imbarazzante. Ma capiamo che la Procura di Catania è alle prese con una fase di transizione, ecco perché riteniamo di dover mandare l’esposto a tutte. Ma questo è un fatto collaterale. I fatti giudiziari andranno avanti in ogni caso e noi presenteremo un esposto anche su alcuni passaggi del rinnovo. Le tre lettere che abbiamo consegnato stamattina alla stampa sono emblematiche e dimostrano che l’ultima – da leggere in ordine di data, precisa Agen – stoppa la prima” e nell’ultima si specifica che «non è opportuno azzerare l’intera procedura (….) che potrebbe determinare ritardi ingiustificati e non proporzionati rispetto alla necessaria tempestiva conclusione della procedura» ha scritto il 13 aprile 2016 l’assessorato.
Cosa intende commissariare Crocetta?
“Non intende commissariare niente, per il solo fatto che non può farlo. Ieri glielo ha spiegato Faraone. L’unica cosa che davvero potrebbe fare, sarebbe quella di nominare un esperto.
Questi commissariamenti verranno fatti o no?
“Ma come si può pensare di commissariare lo Stato che ha la competenza? Queste sono le boutade alla Crocetta che tra l’altro sembra anche non fidarsi della magistratura. Se non ci aggiunge l’antimafia e un commissario il presidente non è contento”.
Le risultano pressioni fatte su Crocetta?
“Sì, ci sono state – conclude Agen – e non solo su Crocetta. Di questo vogliamo parlare alla magistratura”.
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30 Maggio 2016, 16:47