Quaison, conferme da esterno| Lo svedese perno del futuro

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13 Maggio 2015, 08:30

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PALERMO – In molti ne chiedevano l’utilizzo già dal 1′ contro l’Atalanta, così come fatto per Andrea Belotti al posto di Paulo Dybala, ma alla fine per Robin Quaison, giovane centrocampista svedese, il tecnico Beppe Iachini ha optato per una partenza dalla panchina arrivata poi prima ancora che l’arbitro fischiasse il termine dei primi 45′ con i bergamaschi già avanti per 2-0. Quaison, che già nello scorcio finale contro il Sassuolo al ‘Mapei Stadium’ aveva mostrato grandi qualità di corsa e abilità nel saltare l’uomo con due cross insidiosi in appena dieci minuti, si è riconfermato anche fra le mura amiche non sorprendendo ancora una volta tecnico e pubblico del ‘Barbera’.

Un doppio passo, la sfera che scompare e riappare in una frazione di secondo, e il cross di sinistro forte e teso che mette in crisi la difesa fino a quel momento inoperosa degli orobici e che porta Vazquez a segnare la rete dell’1-2. L’impatto devastante nel match dell’ex Aik Solna può essere riassunta con questa progressione, a metà fra un centrometrista e un giocoliere, che ha il pregio di destare gli assonnati spettatori rosanero da una prima mezz’ora da sbadigli e, sopratutto, priva di mordente in avanti.

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Con Quaison in avanti il Palermo ha cambiato pelle nell’arco di pochi minuti abbandonando il 3-5-2 che ha portato alla salvezza, ma che ha denotato un’assoluta dipendenza da Paulo Dybala in avanti, al più spinto 4-3-3 con Quaison e Vazquez ad agire ai lati dell’unica punta Belotti. Le sortite offensive dell’under 21 svedese e dell’italo-argentino a quel punto hanno messo in difficoltà la retroguardia nerazzurra che si è affidata alla propria ‘Dea bendata’ per non lasciare in Sicilia tre punti fondamentali per la propria salvezza.

Il talento classe ’93 dunque anche nell’ultima uscita ha dimostrato una crescita ammirata, anche se a spezzoni, lungo tutto l’arco del campionato candidandosi prepotentemente ad una maglia da titolare nel Palermo che Iachini e Baccin stanno costruendo in vista della prossima stagione. Non è escluso infatti che dopo la partenza di Dybala e gli arrivi di Trajkovsky (ormai fatto) e Jonathan Calleri (in fase di definizione) il ragazzo nato a Stoccolma non possa infatti partire con i favori del proprio mister che lo ha ‘allevato’ in questo suo primo anno d’ambientamento in Italia nell’attesa della stagione della definitiva consacrazione. Se le storie di nomi come Cavani, Pastore, Dybala e Vazquez hanno insegnato qualcosa in fondo è che Palermo da anni rappresenta il trampolino giusto per giovani campioni pronti a fare il grande salto.

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13 Maggio 2015, 08:30

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