31 Maggio 2023, 08:08
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PALERMO – Finito il conteggio dei voti, esaurite le feste di piazza, nei partiti e nelle coalizioni si fanno i conti con l’esito delle urne. In provincia di Palermo sono stati 25 i comuni chiamati a rinnovare sindaci e consigli comunali: alcuni piccolissimi, altri decisamente più grandi ma comunque tutti sotto i 15 mila abitanti, con i partiti che raramente hanno schierato il proprio simbolo preferendo le liste civiche o dei candidati. Sfide che, proprio per il loro carattere locale, si sono giocate molto sull’appeal dei pretendenti alla carica di sindaco, sebbene non siano mancate le presenze di big della politica regionale o nazionale pronti a una fotografia con i propri candidati o a prendere la parola dal palco.
Partiamo da un dato che in qualche modo fa “storia” e cioè l’elezione, per la prima volta, di due donne alla guida di Collesano e Sciara: nel primo caso a vincere è stata Tiziana Cascio, che ha raccolto il 39,62% delle preferenze, nel secondo Concetta Di Liberto con il 40,3%. Le due prime cittadine si aggiungono a quelle di Termini Imerese, Prizzi e Altofonte, portando il numero totale ad appena 5 su 82 comuni dell’area metropolitana.
C’è da dire che i cittadini preferiscono puntare sull’usato sicuro, visto che in 18 comuni sui 25 chiamati alle urne sono stati confermati gli uscenti. Una regola che ha avuto qualche eccezione, ma che nella maggior parte dei casi ha garantito il secondo mandato a chi già indossava la fascia tricolore. A guardare il bicchiere mezzo pieno è il Partito Democratico che nel Palermitano sembra godere di miglior salute, rispetto ad altre province: i dem annoverano infatti cinque iscritti fra i sindaci eletti e in particolare Giuseppe Oddo a Campofiorito, Pietro Puccio a Capaci, Leonardo Spera a Contessa Entellina, Franco Ribaudo a Marineo e Francesco Agnello a Villafrati.
Un risultato che spinge il segretario provinciale Rosario Filoramo a parlare di “ottmo risultato” e ad annunciare una consulta degli eletti (coordinata da Mari Albanese) che riunirà “tutti gli eletti iscritti al Pd, a partire dai deputati nazionali e regionali eletti nei collegi della provincia di Palermo, dei sindaci, vera spina dorsale della presenza organizzata del partito nel territorio, dei consiglieri comunali e dei rappresentanti nelle circoscrizioni cittadine”. Un modo per “avvicinare e rinsaldare il ruolo fondamentale che gli eletti svolgono all’interno delle istituzioni con la base degli iscritti, realizzando un governo diffuso del partito”. Iniziativa che però ha provocato qualche mugugno nel partito, con le minoranze pronte a dare battaglia.
Una delle sfide più attese era quella di Cerda, dove l’uscente Salvo Geraci aveva di fronte una coalizione capace di andare dal Pd a Fratelli d’Italia, passando per la nuova Dc. Il deputato regionale eletto con Cateno De Luca e capogruppo di Sicilia Vera a Palazzo dei Normanni ha però sbaragliato la concorrenza sfiorando il 60% dei voti: una vittoria schiacciante che lo consolida anche all’interno del partito.
Ma De Luca può brindare anche per l’elezione a Trabia di Francesco Bondì, storicamente vicino al leader di Sud chiama Nord, che dopo otto anni torna a vestire i panni di sindaco al termine di una lotta serratissima: lo scarto sul secondo, Guido Miccolo, è infatti stato di appena 58 voti. Bondì, che in campagna elettorale ha potuto contare anche sull’appoggio di Bobo Craxi, ha avuto la meglio su Miccolo, sostenuto da big regionali e nazionali di Fratelli d’Italia, su Marianna Domenica Piazza (vicina al deputato deluchiano Ismaele La Vardera) e su Vincenzo Farruggia, sostenuto in campagna elettorale anche dalla Lega.
I meloniani comunque brindano per la conferma di Fortunato Basile a Baucina, mentre a Campofelice di Roccella si registra uno dei pochi cambi della guardia: sconfitta Michela Taravella del centrosinistra, vince Peppuccio Di Maggio (centrodestra) che ha battuto anche Giulio Giardina sostenuto dall’assessore forzista Edy Tamajo.
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31 Maggio 2023, 08:08