12 Marzo 2014, 16:06
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PALERMO. Partenza amara del 2014 per le imprese del commercio, dell’intermediazione e del turismo. Nella provincia di Palermo, secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Confesercenti, tra gennaio e febbraio si sono registrate oltre 370 chiusure d’aziende. Il capoluogo dell’Isola, tra i primi dieci comuni più popolati d’Italia, si piazza al sesto posto per il saldo negativo. Causa principale di questa emorragia d’imprese, che conferma il trend negativo dello scorso anno, è l’eredità lasciata dal 2013: il calo del Pil e un crollo dei consumi peggiore del previsto.
Tuttavia, se il saldo complessivo tra le nuove imprese e quelle che chiudono i battenti sul fronte del commercio registra un segno negativo (-87), si rileva un dato in controtendenza. Palermo è, infatti, il primo comune d’Italia per l’apertura di attività dedicate al commercio al dettaglio su aree pubbliche: si è registrato un incremento di 64 ditte. Saldo negativo invece per il commercio al dettaglio in sede fissa: – 131 imprese. Non va bene neanche per il comparto del Turismo: a fronte di 11 imprese che nascono, 40 chiudono i battenti.
“In molti – commenta il presidente di Confesercenti Palermo, Mario Attinasi – hanno ritenuto di non affrontare l’anno, con il suo carico di spese ed adempimenti fiscali, scegliendo la strada della chiusura o, come abbiamo rilevato dai dati, del commercio su strada. Ma il segnale preoccupante è la chiusura di imprese che si registra anche nel settore del turismo, un settore che si guarda come traino dell’economia siciliana ma che di fatto sta collassando. Per parlare di rilancio delle imprese occorre un forte impegno da parte della politica. È necessario innanzitutto favorire l’accesso al credito alle piccole e medie imprese, assumendo al contempo provvedimenti che favoriscano l’aumento dei consumi”.
“Segnali preoccupanti anche sul fronte della qualità delle imprese – afferma Michele Sorbera, direttore di Confesercenti Palermo – alla chiusura di storiche e importanti realtà commerciali, segue l’apertura di ditte che risultano marginali nell’economia della città, come il commercio su aree pubbliche”.
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12 Marzo 2014, 16:06