Economia

Confindustria, la sfida di Vecchio: “La Sicilia deve essere una terra normale”

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01 Febbraio 2024, 06:40

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PALERMO – “La Sicilia deve diventare una terra ‘normale’. Abbiamo davanti sette anni di crescita grazie a livelli di investimento mai visti prima d’ora, dobbiamo vincere questa scommessa”. Gaetano Vecchio racconta la Sicilia che vorrebbe e lo fa guardando il Palermo Marina Yachting. Gli occhi luccicano davanti all’opera realizzata dalla sua Cosedil, che ha restituito ai palermitani un tratto di mare per anni occupato da silos e degrado. “È vero, esiste un problema burocrazia – ammette il neo eletto presidente di Confindustria Sicilia – ma non possiamo arrenderci né rassegnarci all’immobilismo. Quest’opera è la prova del fatto che anche dalle nostre parti è possibile realizzare qualcosa di bello ed è possibile farlo rispettando i tempi”. Non solo l’investimento sul porto di Palermo: nella mente del leader degli industriali dell’Isola anche l’esempio 3Sun a Catania sul fotovoltaico e i movimenti che puntano a fare del porto di Augusta un punto di riferimento per la logistica. “Sono esempi importanti ma non devono restare isolati, dobbiamo crescere come sistema Sicilia”, avverte Vecchio.

Il nodo dell’autonomia differenziata

La nuova veste del molo trapezoidale di Palermo diventa così paradigma di una Sicilia che potrebbe cambiare, grazie anche agli investimenti pubblici che planeranno sull’Isola. All’orizzonte ci sono però i dubbi sull’autonomia differenziata voluta dalla Lega e che preoccupa tanti siciliani. “Si tratta di un argomento complesso – riflette Vecchio -. Partiamo prima di tutto dalla consapevolezza che la nostra autonomia regionale non ha realizzato lo sviluppo sperato. Credo che il punto dirimente sia la coesione del Paese”. L’opinione del numero uno degli industriali siciliani è chiara: “Il giudizio sull’autonomia differenziata è condizionato. Dipenderà da come questa riforma verrà declinata. Bisogna capire cosa si vuole fare del Sud – argomenta Vecchio -. Il ddl non serva a trainare risorse verso il Nord e ad impoverire ulteriormente il Meridione. L’autonomia differenziata – evidenzia ancora – deve portare maggiore coesione tra le regioni e rendere conveniente un investimento a Siracusa come a Varese”.

Vecchio: “Dubbi sulla Zes unica”

Lo sviluppo passerà anche dai fondi del Pnrr (“uno strumento fatto anche per convincere l’Italia a portare avanti le riforme necessarie”) e dal buon andamento dell’esperimento Zes unica. Su questo fronte Vecchio avverte rispetto alla cancellazione delle Zes locali voluta dal governo nazionale: “Non abbiamo pregiudizi sulla Zona economica speciale unica ma qualche dubbio sì – evidenzia -. Le due Zes siciliane stavano funzionando, con opere appaltate e cantieri già partiti. Speriamo che i decreti attuativi dissipino questi nostri dubbi”. Il dossier Zes è delicato e il presidente degli industriali siciliani non nasconde la preoccupazione per la tenuta del sistema produttivo: “Temo che con questi cambiamenti i grandi gruppi possano accentrare gli investimenti, mentre l’ossatura del nostro Paese è fatta di tante pmi che ogni giorno lottano per combattere il gap infrastrutturale”.

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Tre richieste al governo nazionale

Ed è proprio sul capitolo logistica e infrastrutture che il presidente di Confindustria Sicilia pungola il governo regionale, partendo dal necessario superamento della dicotomia ‘ponte sullo Stretto sì, ponte sullo Stretto no’. “La Sicilia ha bisogno di una infrastrutturazione complessiva – afferma Vecchio -. In virtù del fatto che saremo noi siciliani, e in parte anche la Calabria, a finanziare la prima rata del Ponte, lo Stato intervenga su tre nodi fondamentali: un bypass della tangenziale di Catania per permettere un collegamento diretto con l’autostrada per Messina; la pedemontana di Palermo per consentire a camion e auto di evitare il tappo di viale Regione Siciliana; l’ammodernamento della Palermo-Agrigento”. Vecchio poi precisa: “Ok al Ponte ma sarà fondamentale chiedere a Roma di realizzare le opere che in altre parti del Paese sono state fatte 30 anni fa. Il governo regionale chieda questi tre interventi e saremo al suo fianco su questa rivendicazione”.

Il passato di Confindustria

Soltanto il tempo potrà cancellare gli interrogativi sul cambiamento della Sicilia, mentre su quello di Confindustria Vecchio non ha dubbi: “Il periodo di Montante? Un’era geologica fa”, risponde sul punto e la frase si trasforma anche in un messaggio al mondo politico: “Non mi permetterei mai di inserire un candidato in una lista elettorale ma, allo stesso tempo, gradirei che nessuno si intromettesse per decidere chi eleggere in una sezione di Confindustria”. Il leader degli industriali poi rincara: “Non chiedo nomine, ma che i posti cruciali per la nostra regione vengano ricoperti da persone preparate”.

Caro-voli e privatizzazioni

Semaforo verde, infine, alle privatizzazioni nel sistema aeroportuale. “Gli aeroporti vanno privatizzati – è il mantra del numero uno di Confindustria Sicilia -. Discutiamo nel metodo ma l’investimento privato è l’unico che può aprire allo sviluppo degli scali con piani industriali che guardino in prospettiva”. Dagli aeroporti al caro-voli il passo è breve: Vecchio benedice gli interventi del governo regionale per combattere l’aumento indiscriminato dei prezzi. “Un lodevole intervento-tampone ma bisogna guardare a lungo termine. Il pubblico crei le condizioni per uno sviluppo corretto del mercato, prezzi più bassi e qualità arriveranno da soli”.

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01 Febbraio 2024, 06:40

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