24 Luglio 2023, 12:43
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USTICA – “Forse qualche Paese sta andando più veloce sulla transizione energetica, come la Francia. Rischiamo di rimanere indietro e rincorrere? O possiamo porci il problema ora coinvolgendo le nostre Università. Cominciamo a pensare a oltre, a lavorare più di fantasia e quello del nucleare sembra sia scomparso dall’agenda europea”. Così il presidente di Confindustria Sicilia, Alessandro Albanese, nel corso del suo intervento all’iniziativa “Il Mediterraneo alla sfida delle transizioni”, organizzato a Ustica da Confindustria Sicilia.
“Sembra che sia scomparso dall’agenda europea il tema del nucleare – ha aggiunto il presidente degli industriali siciliani -. Allora dibattiamo del tema fondamentale delle energie alternative, altrimenti rischiamo di rimanere indietro nuovamente. Dobbiamo porci nelle condizioni di raggiungere l’obiettivo dell’autonomia energetica. davanti a noi abbiamo una sfida globale che passa da tre punti fondamentali: la transizione energetica, la valorizzazione del Mediterraneo non solo come scambio di merci ma anche si scambio di culture e la transizione culturale”.
Il leader nazionale di Confindustria, Carlo Bonomi, ha sottolineato l’importanza di intervenire sul potere di acquisto delle famiglie. “Bisogna intervenire sui redditi sotto i 35 mila euro di reddito, con l’inflazione il loro potere d’acquisto è diminuito. Abbiamo chiesto un intervento choc da 16 miliardi, vorrebbe dire mettere in tasca a queste persone 1.200 euro all’anno in modo strutturale col taglio dei contributi al cuneo fiscale. Mi si dice non ci sono le risorse, ma io obietto: c’è una spesa pubblica di 1.100 miliardi di euro, 14-16 miliardi si trovano. La riconfigurazione della spesa pubblica si può fare. Di riforme ne sentiamo parlare da 30-40 anni. Oggi c’è il Pnrr, le risorse ci sono. Le riforme quindi vanno fatte, ma non ne sento parlare. Diventa difficile accusare questo governo, per noi il Pnrr era sbagliato in origine, Avevamo contestato l’impostazione che fu data dal governo Conte. Oggi scontiamo questi problemi, perché dentro ci sono progetti che poco avevano a che fare con la crescita del Paese”.
Il leader di Confindustria ha parlato anche di salario minimo. “Si parla di un salario minimo di 9 euro, non si sa da dove sia nato questo dato. Tutti i contratti siglati da Confindustria sono sopra ai 9 euro. Questo dimostra che la contrattazione collettiva è un valore aggiunto, si ottiene di più rispetto alla decretazione. Ci sono settori dove si paga poco? Si, ma quali sono? Avete paura a dirlo. Noi lo sappiamo: commercio, servizi, cooperative e finte cooperative. Perché non si fa? Si ha paura di dire chi paga poco perché quella è una base elettorale. Volete fare il salario minimo? Ma dite la verità”.
Poi la stoccata ai sindacati: “Il salario minimo non è un tema di Confindustria, i nostri contratti sono tutti sopra. Si vuole fare? Ma si faccia una operazione di trasparenza e verità. Diciamo chi sono quelli che pagano poco. Perché poi non vorrei che scopriamo che in Italia ci sono 44 contratti collettivi nazionali di lavoro dei metalmeccanici, 44 modalità di calcolare il valore dell’ora prestata dal metalmeccanico, io credo che un metalmeccanico debba prendere lo stesso stipendio sia che sia di Confindustria che di un’altra associazione datoriale. E guarda caso non vorrei che in quei 44 contratti firmati ci sia anche qualcuno da parte dei sindacati che ne ha firmato più di uno , facendo dumping sui lavoratori. Sarebbe interessante scoprire queste cose”.
Sul caldo e i lavoratori Bonomi ha sottolineato che “abbiamo subito dato disponibilità a cercate tutte le soluzioni per intervenire su un tema importante. Va affrontato con grande serietà, sul tavolo ci sono molte soluzioni come la Cig e lo smart working. Noi siamo disponibili al confronto perché riteniamo che la salute dei lavoratori sia un bene da tutelare. In tema di sicurezza abbiamo proposto fare comitati paritari per intervenire ex ante sugli incidenti. Da tre anni aspetto che legislatore e sindacati rispondano. Perché non si fa? Qual è il problema? Sembra che alla salute ci pensino solo gli imprenditori”.
Al convegno di Confindustria a Ustica è intervenuto anche l’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo: “La Zes del Sud è un progetto importante – ha sottolineato -, ma ancora embrionale. In questo momento mi concentrerei sulla ridefinizione e sulla riperimetrazione delle aree presenti e sullo snellimento burocratico. Abbiamo portato avanti un progetto grazie anche alla collaborazione con Confindustria che punta alla riqualificazione dell’area industriale di Carini e a settembre concluderemo un progetto con l’Irsap proprio su quell’area dal valore di 8 milioni di euro. Per questo lavoro ringrazio l’Irsap e il presidente di Sicindustria Palermo, Giuseppe Russello, che ci ha dato una grande mano”.
“Una delle nostre priorità è quella di incoraggiare e sostenere la ricerca e lo sviluppo di soluzioni innovative e sostenibili. Tant’è vero che abbiamo messo in campo, come assessorato alle Attività produttive, una serie di misure finanziarie al sostegno delle imprese che mirano a essere innovative – ha continuato Tamajo ricordando i bandi “Ripresa Sicilia” e “Fare impresa in Sicilia” della Regione -. Una dotazione complessiva, che supera abbondantemente i 100 milioni di euro, rivolta alla innovazione, alla ricerca e allo sviluppo, in quanto sono convinto che l’allocazione di fondi per supportare l’innovazione e la ricerca è fondamentale per affrontare le sfide future”.
“Fare impresa in Sicilia” favorirà la nascita e la crescita di start-up innovative, attraverso investimenti agevolati fino a 300 mila euro con un contributo a fondo perduto pari al 90% delle spese ammissibili. Ma ci sono anche i bandi “Connessioni”, da poco pubblicato sul sito della Regione, che promuove la imprenditorialità innovativa nel quale sono concessi contributi a fondo perduto per realizzare luoghi di innovazione generativi, luoghi di produzione e di lavoro, che devono far convivere l’impresa e il giovane creativo; il bando “Poli di specializzazione” per aiutare attività innovative e a potenziare la capacità di aggregazione e la collaborazione tra imprese.
“Dobbiamo inoltre garantire una transizione equa, coinvolgendo tutti gli attori sociali – ha concluso l’assessore -. Non possiamo permettere che nessuno venga lasciato indietro durante questo processo di cambiamento. È fondamentale coinvolgere le comunità locali, le organizzazioni non governative e il mondo accademico, ascoltando le loro voci e sostenendo progetti inclusivi che promuovano lo sviluppo sostenibile e l’inclusione sociale”.
“Il Mediterraneo rappresenta la sfida cruciale dei prossimi anni – ha detto a margine il vicesindaco di Palermo e parlamentare nazionale di Fratelli d’Italia, Carolina Varchi -. La Sicilia potrà sfruttare al meglio la sua naturale vocazione di crocevia di scambi economici e culturali. L’impegno del governo Meloni, avviato con il progetto di rendere tutto il mezzogiorno Zes e conclamato nella conferenza celebratasi ieri a Roma, va nella direzione di rendere l’Italia ponte tra l’Europa e l’Africa e la Sicilia può diventare la piattaforma logistica e produttiva senza rinunciare alle necessarie transizioni per una impresa autenticamente sostenibile. Il piano degli investimenti vedrà l’Italia in prima linea per favorire un corretto sviluppo dei paesi africani – ha aggiunto – Con l’evento di oggi, Confindustria Sicilia dimostra di essere al passo con gli obiettivi del momento e sono certa che la classe industriale della nostra Regione sarà in prima linea per le sfide necessarie a riportare il Mediterraneo al centro dell’economia mondiale”.
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24 Luglio 2023, 12:43