22 Luglio 2015, 07:15
3 min di lettura
CATANIA- La Direzione investigativa antimafia guidata da Renato Panvino ha eseguito la confisca dei campi di calcio che si trovano a nord dello stadio Cibali perché ritenuti riconducibili a Roberto Vacante, più volte condannato in via definitiva per il reato di associazione mafiosa, poiché ritenuto elemento di spicco del clan “Santapaola”, ad esso legato da vincoli di parentela.
Le indagini, sotto il coordinamento del procuratore reggente Michelangelo Patanè, hanno condotto alla confisca di un’impresa di gestione di impianti sportivi, due ville ubicate tra Catania e Tremestieri Etneo, nonché conti correnti bancari, per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro. Vacante è stato sottoposto anche alla misura della Sorveglianza speciale per la durata di due anni e sei mesi.
Le indagini di natura economico-finanziaria e patrimoniale espletate dalla D.I.A., che abbracciano l’arco temporale compreso tra il 1988 e il 2013, hanno permesso di identificare una serie di beni che, benché formalmente intestati ai suoi prossimi congiunti, sono stati ritenuti effettivamente riconducibili alla titolarità di quest’ultimo attraverso l’intestazione degli stessi alla propria moglie Irene Grazia Santapaola ed al fratello Giancarlo Vacante.
L’esito degli accertamenti patrimoniali ha evidenziato -secondo quanto ha documentato la Dia di Catania– “forti profili sperequativi tra i redditi dichiarati e il patrimonio posseduto, tali da fondare la presunzione, accolta dal Tribunale, di un’illecita acquisizione patrimoniale derivante dalle attività delittuose connesse all’organico e prolungato inserimento del Vacante nell’ambito del clan Santapaola”. Roberto Vacante, 52 anni, ha sposato Irene Santapaola, figlia di Salvatore, (deceduto nel 2003) fratello di “Nitto” e cognato di Antonino e Vincenzo Santapaola. La sua adesione, secondo gli investigatori, risale agli inizi degli anni ’90. Nel 1993 venne arrestato insieme ad altri 33 affiliati del clan Santapaola con l’operazione Vega: Vacante era “accusato -sottolinea la Dia- di associazione per delinquere finalizzata alle estorsioni, rapine, usura ed omicidi”.
Nel 2000 scatta un nuovo arresto per Vacante, si tratta dell’operazione Zefiro, in quel caso, insieme ad altri 8 soggetti, è accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata alla comissione di estorsioni e gioco d’azzardo. Nel 2007 arriva l’operazione Arcangelo, Vacante è accusato di associazione mafiosa finalizzata al traffico di stupefacenti ed estorsioni. Ad accusare Roberto Vacante ci sono anche le dichiarazioni di Santo La Causa, Giuseppe Mirabile e Paolo Mirabile. “Roberto Vacante – annovera due condanne, ormai consacrate con sentenze passate in giudicato, per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. La prima sentenza di condanna ad anni 2 e mesi 10 di reclusione, emessa dalla Corte d’Appello di Catania in data 22.01.2003, definitiva il 7.2.2003, ha affermato la penale responsabilità del Vacante in ordine all’appartenenza all’associazione a delinquere di stampo mafioso denominata “Ercolano-Santapaola” fino all’anno 1996. A questa ha fatto seguito una successiva pronuncia di condanna, per fatti accertati fino al novembre 2005, alla pena di anni sei di reclusione giusta sentenza del GUP di Catania del 9.2.2009 resa all’esito del procedimento “Arcangelo”, parzialmente riformata dalla Corte di Appello di Catania con sentenza del 14.7.2010, definitiva il 27.1.2012,con la quale ritenuta la continuazione con la precedente condanna, la pena è stata ridotta ad anni uno di reclusione”.
Pubblicato il
22 Luglio 2015, 07:15