05 Febbraio 2013, 14:04
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TOKYO – Si fa sempre più tangibile la tensione tra Cina e Giappone. Dopo mesi di contrasti e dopo l’assalto di settembre all’ambasciata nipponica, si sfiora ora il conflitto armato. Una nave militare cinese ha puntato giorni fa il radar contro una nave della marina giapponese che accompagnava delle motovedette nipponiche della guardia costiera, intorno alle isole Senkaku/Diaoyu. A detta di Tokyo l’episodio rappresenta un gesto di minaccia senza precedenti. I radar sono, infatti, di solito usati per preannunciare l’assetto di combattimento.
Nati già a partire dalla Seconda Guerra Mondiale, i contrasti tra i due Stati si acuirono quando furono scoperti giacimenti di petrolio nelle isole e fu firmato il trattato di reversione di Okinawa da Stati Uniti e Giappone, con cui fu affidato il controllo delle isole all’amministrazione giapponese, che ne proibì lo sfruttamento. Nel settembre 2012, però, il governo giapponese ha comprato e messo le Sensaku e a completa disposizione, provocando le ire della Cina, che adesso vorrebbe un arbitrato per espandere la propria zona economica esclusiva fino al canale di Okinawa.
Il ministro della Difesa Itsunori Onodera ha definito l’episodio avvenuto pochi giorni fa un “incidente insolito”. Una circostanza simile sembrerebbe essersi verificata lo scorso 19 gennaio contro un elicottero, ma l’ambasciatore cinese Cheng Yonghua ha già respinto le proteste giapponesi seguite agli incidenti. Cheng, secondo quanto è stato reso noto dall’agenzia governativa Nuova Cina, ha definito le isole “territorio cinese”, motivo per cui le navi che si avvicinano alle Senkaku non commetterebbero scorrettezze. L’ambasciatore cinese si recherà oggi al ministero degli Esteri per ascoltare le lamentele del popolo giapponese e rispondere ai giornalisti.
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05 Febbraio 2013, 14:04