A breve la proclamazione| Ma nessun colpo di scena

di

20 Giugno 2012, 20:14

2 min di lettura

Sala delle Lapidi, tutto confermato. Secondo le prime indiscrezioni, l’Ufficio centrale avrebbe terminato il suo lavoro e si appresterebbe, da qui alla fine della settimana, a proclamare il nuovo consiglio comunale di Palermo a poco meno di cinquanta giorni dallo svolgimento delle elezioni.

Una proclamazione che non dovrebbe riservare alcuna sorpresa: la lista della Sinistra non raggiungerebbe la soglia del 5% per poco più di 200 voti, e resterebbero fuori anche il Movimento cinque stelle e Fli. Liste che speravano, attraverso il controllo dei verbali, di poter entrare in consiglio comunale scombussolando, così, le dinamiche tra i partiti. La Sinistra, infatti, rischiava di sottrarre nove consiglieri a Idv, trasformando la maggioranza monolitica in una coalizione che avrebbe riaperto i giochi per la presidenza dell’Aula e delle commissioni; così come l’ingresso dei grillini avrebbe sottratto uno scranno a testa a Udc e Mpa.

Stando alle voci di corridoio, invece, nulla cambierebbe. Nemmeno per i consiglieri in bilico. In tutti e tre i casi, infatti, gli ultimi degli eletti salverebbero il posto: si tratta di Mimmo Russo dell’Mpa, di Alessandro Anello del Pdl e di Carlo Di Pisa del Pd.

La proclamazione, però, sarà solo il primo passo verso la nuova Sala delle Lapidi. Il regolamento dell’Aula, infatti, prevede che la prima seduta si tenga entro i 15 giorni successivi e che venga convocata dal sindaco o dal presidente uscente del consiglio, con un preavviso di dieci giorni. A presiederla sarà quindi Alberto Campagna o il consigliere più anziano per voti, cioè Giulio Tantillo del Pdl. La prima seduta servirà anche ad eleggere l’Ufficio di presidenza, mentre per le commissioni si vedrà in un secondo momento.

L’insediamento del consiglio è necessario anche perché il sindaco presti giuramento: la riforma elettorale, infatti, ha abolito il giuramento di fronte al Prefetto. A quel punto Leoluca Orlando dovrebbe dimettersi dalla Camera, lasciando lo scranno a Giuseppe Vatinno, dell’Api, con cui è scoppiata nelle scorse settimane un’aspra polemica.

Pubblicato il

20 Giugno 2012, 20:14

Condividi sui social