04 Agosto 2016, 17:00
2 min di lettura
CATANIA – Ennesimo rinvio in vista per l’elezione del Consiglio della Città Metropolitana, l’entità copia-incolla che ha mandato in soffitta la Provincia Regionale di Catania. L’ufficialità potrebbe arrivare già nelle prossime ore dall’assessorato regionale Enti locali. Secondo indiscrezioni, il voto sarà celebrato a novembre e non più a settembre, così come aveva indicato il sindaco Enzo Bianco agli analoghi etnei in sede di Conferenza metropolitana. Al di là del calendario, c’è ancora da sperimentare i meccanismi d’ingresso nel nuovo consesso istituzionale. Ad eleggere i 18 rappresentanti nell’organo di controllo della Città metropolitana, saranno tutti i sindaci e i consiglieri comunali del territorio provinciale, il cui voto sarà calcolato in forma ponderata. Non è ancora chiaro come e se voteranno gli amministratori di Niscemi, Gela e Piazza Armerina, i tre Comuni che si sono già espressi ufficialmente per l’ingresso nel Catanese.
Fermi dunque allo stop i giri di valzer per un voto che, seppur di secondo grado, è pur sempre politico e può valere come termometro. E se per ora in casa Pd è tutto fermo, perché il dibattito interno è tutto capitalizzato dall’organizzazione della festa nazionale dell’Unità che si celebrerà appunto a Catania, sul versante opposto sono tutti con la calcolatrice, ma quella scientifica, in mano. Non basta infatti il pallottoliere per un’elezione che a causa del voto ponderato rende ogni ipotesi per lo meno algebrica e del tutto a vantaggio degli amministratori catanesi. Si pensi soltanto che il voto dei 40 di Palazzo degli Elefanti vale 7. Così in zona Fratelli d’Italia si pensa a confezionare una lista che possa coalizzare quelli di Salvini, di #Diventeràbellissima e civici. C’è però che per presentare la lista restano tre scogli da superare: individuare almeno nove candidati, garantire la parità di genere, scovare oltre 60 consiglieri che sottoscrivano in esclusiva il cartello.
Stessi problemi dalle parti di Forza Italia, ma con numeri diversi. Fino ad oggi le ipotesi da vagliare erano due: o presentare una lista monocolore o puntare a un rassemblement di centrodestra. C’è da capire però dove inizia e dove finisce la coalizione e soprattutto se l’area moderata che oggi gravita attorno a Renzi sarà ancora in orbita dem. Il voto di Caltagirone e l’elezione di Gino Ioppolo hanno rivisto rinascere la vecchia Cdl, con tanto di flirt con esponenti di Sicilia Futura. Intanto, D’Agostino e soci sembra che siano pronti a confezionare una lista in solitario.
Dopo il caso Giarre, resta tuttavia da capire se tra Articolo 4 e il Pd catanese sarà ancora tutto rose e fiori. Di certo c’è che alla direzione provinciale di sabato scorso gli onorevoli Luca Sammartino e Valeria Sudano non si sono presentati. Fuori dalle coalizioni tradizionali, pare che la Rete comune del sindaco di Belpasso Carlo Caputo, con i suoi 35/40 amministratori, non sia intenzionata a presentare alcun simbolo. Tutto da vagliare, invece, in zona cinque stelle.
Pubblicato il
04 Agosto 2016, 17:00