23 Dicembre 2010, 13:37
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Scoppia una nuova parentopoli. Questa volta nelle Camere di Commercio siciliane: nell’elenco dei consulenti e degli incarichi affidati dagli enti chiamati a tutelare gli interessi delle imprese, infatti, ci sono moltissimi parenti e affini dei vertici siciliani del sistema camerale. La situazione delle consulenze nelle Camere di commercio viene fotografata da un’inchiesta di Riccardo Lo Verso pubblicata sul nuovo numero di “S”, il magazine che guarda dentro la cronaca, in edicola da oggi, giovedì 23 dicembre: la rivista pubblica l’elenco dei consulenti con un parente importante, passando in rassegna le Camere di commercio dell’Isola. E non solo: la fabbrica degli incarichi si allarga a Unioncamere e alle aziende speciali create dalle Camere di commercio per produrre studi e attività di formazione.
A quella di Trapani spetta il record: per la Camera di commercio lavorano i parenti del presidente Giuseppe Pace e numerosi familiari di componenti del consiglio camerale, ma anche al vertice, nel ruolo di segretario generale, c’è qualcuno con un parente vip. Si tratta di Alessandro Alfano, fratello del ministro della Giustizia Angelino. Anche a Messina, comunque, non mancano i casi, a partire da quello che riguarda l’ex consigliere camerale e oggi deputato regionale, Roberto Corona, che ha “piazzato” tutte e tre le figlie.
Gli incarichi sono tutti leciti, ma certo fanno discutere. Gli interessati, però, si difendono: “Le mie figlie – dice Corona – non sono state privilegiate. È chiaro che io mi fido delle mie figlie, le conosco, so che non protestano se i pagamenti arrivano in ritardo. Mi è stato chiesto di segnalare persone vicine, che non avrebbero fatto problemi, ad esempio se i pagamenti fossero arrivati in ritardo, e io, tra gli altri, ho segnalato le mie figlie”. “Si tratta di incarichi fiduciari. A termine – aggiunge Pace -. Non ci saranno mai assunzioni a tempo indeterminato alla Camera di Commercio. Le persone scelte hanno tutte mostrato sempre grande professionalità. E poi devono lavorare sul serio. Anche perché siamo sotto il controllo della Corte dei conti e non si può sbagliare”.
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23 Dicembre 2010, 13:37