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Conte: “A gennaio misure mirate, ma se ci sarà impennata sarà zona rossa”

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23 Dicembre 2020, 19:13

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L’ultimo acquisto, il regalo dell’ultimo minuto, ma anche l’ultima passeggiata prima di Natale in attesa che il ‘semaforo’ della maxi-zona nazionale diventi rosso. Nelle grandi città, a poche ore dalla stretta decisa dal governo, le principali vie dello shopping sono state prese d’assalto, da Milano a Roma a Torino. Ultimi scampoli di affari, molto probabilmente, prima del via ai saldi invernali. Così, molti negozianti in tutta Italia, in vista delle chiusure a singhiozzo dei prossimi quindici giorni, hanno deciso di dire basta. E di ‘dirlo’ a caratteri cubitali, con cartelli in vetrina, chiari e tondi. Già da domani, comunque, nelle grandi città i controlli per il rispetto delle regole saranno intensificati.

Ma intanto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte rassicura: la stretta di Natale potrebbe permetterci di affrontare gennaio “dosando le misure solo dove necessario tra zona gialla, arancione e rossa”. Certo, ha detto il premier, se dovesse arrivare un picco dell’RT “allora ci troveremmo facilmente in zona rossa o con misure più restrittive”. Ma proseguendo senza intoppi “forse dovremmo affrontare gennaio-febbraio con una certa tranquillità”. Insomma, sembra dire Conte, serve un ultimo sforzo di pazienza e disciplina. Oggi la situazione di assembramento più vistosa si è registrata al centro di Torino, con parcheggi al completo e corso Vittorio congestionato dal traffico. Code fuori dai negozi, soprattutto in via Langrange e via Garibaldi. Con un effetto psicologico che riporta ai mesi del lockdown: le folle nei negozi di alimentari, sebbene essi siano aperti anche domani. Intanto a Milano s’è riunito stamattina il comitato per Ordine pubblico e la sicurezza: i controlli contro chi non rispetta le regole, ha disposto il prefetto Renato Saccone, saranno incrementati già da domani e gli spostamenti saranno monitorati anche da remoto, con le telecamere. Se Milano si premunisce, anche Napoli non sta a guardare.

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Il sindaco Luigi De Magistris ha stabilito che domani e il 31 non ci sarà la chiusura preventiva di alcuna strada cittadina, ma una forte intensificazione dei controlli su 31 strade, tra cui quelle dei cosiddetti ‘baretti’ di Chiaia e il centro storico. Passando a Roma, poi, negli scorsi fine settimana alcune tra le vie più celebri dello ‘struscio’ capitolino erano state chiuse. Con i negozi serrati il rischio è certo minore, ma anche nella Capitale è stato approntato un dispositivo di sicurezza simile a quello messo in campo nel lockdown per controllare gli spostamenti sia in città, che in entrata e in uscita. E dunque: controlli più severi anche negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie e in quelle della metropolitana. Una chiusura rigida che però non piace ai negozianti di Fipe-Confcommercio e Fiepet-Confesercenti: a Roma migliaia di pubblici esercizi, fanno sapere le associazioni, hanno aderito alla campagna nazionale di protesta contro le disposizioni di Palazzo Chigi. “A partire da oggi e per tutta la durata delle festività – affermano i leader Sergio Paolantoni e Claudio Pica – i locali della città esporranno un cartello di protesta all’indirizzo del governo per dire ‘basta’: basta – spiegano – per essere costretti di nuovo a tenere le serrande abbassate dopo il lungo periodo del primo lockdown e basta al caos normativo che da dieci mesi continua a penalizzare le imprese del settore”. I negozianti chiedono ristori ma soprattutto certezze sulle riaperture di gennaio “perché le nostre imprese non sono un interruttore che si può accendere e spegnere a piacimento”. (ANSA).

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23 Dicembre 2020, 19:13

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