05 Settembre 2018, 17:37
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PALERMO- Settembre sarà per Palermo, un mese da ricordare. Alla vigilia della visita del Papa, il premier Giuseppe Conte sarà nel capoluogo il 14 settembre per inaugurare l’inizio dell’anno scolastico, accogliendo l’invito dell’istituto comprensivo Padre Pino Puglisi di Brancaccio, in via Panzera.
L’invito spedito a giugno tramite una lunga lettera firmata dal dirigente scolastico Andrea Tommaselli è stato accettato dal Primo Ministro. Nella scuola dedicata a Padre Pino Puglisi, il parroco del quartiere Brancaccio di Palermo che ha incoraggiato a camminare alla luce del sole( dal titolo del film a lui dedicato) decine di ragazzi del quartiere, ucciso per strada per mano della mafia, fervono i preparativi. Cosi Domenico Buccheri, il docente che si sta occupando dell’organizzazione per la visita del premier sottolinea che “ogni anno abbiamo sempre invitato i rappresentanti dello Stato per inaugurare l’inizio dell’anno scolastico”, quattro anni fa l’ex premier Matteo Renzi, nel 2001 l’ex Presidente della Camera Luciano Violante e nel 2000 per l’inaugurazione dell’istituto l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
L’allarme sugli istituti siciliani
L’arrivo del premier riporta all’attenzione lo stato di salute dell’edilizia scolastica in Sicilia. A Messina addirittura il sindaco Cateno De Luca ha annunciato, al termine della riunione svoltasi a Palazzo Leoni pochi giorni fa, lo slittamento dell’anno scolastico per le scuole non a norma.
L’assessorato regionale alla Pubblica Istruzione ha informato che “il 56,2% degli edifici adibiti a funzioni scolastiche è privo di certificato di collaudo e che il 65,6% non è adeguato alle normative antisismiche. Il 45,8%, invece, risulta costruito tra il 1946 e il 1975”, in aggiunta “che solamente il 28,2% degli immobili è accatastato, mentre gli edifici senza una verifica sismica sono il 73,9% e quelli con collaudo statico sono appena il 44%”. Dati che preoccupano il presidente dell’Associazione siciliana amministratori enti Locali(Asael) Matteo Cocchiara, che sottolinea il bisogno di “colmare con urgenza la mancanza di personale tecnico e amministrativo nei Comuni al fine di predisporre inventari e progettazioni degli interventi necessari per la messa in sicurezza degli edifici, assicurando una vera e propria sinergia Regione-enti locali utile ad affrontare con maggior vigore la grave situazione dell’edilizia scolastica in termini di sicurezza e funzionalità”.
I soldi per le scuole
Sul fronte delle risorse Stato e Regione hanno messo a disposizione 276 milioni di euro per la sicurezza degli istituti: si tratta in parte di fondi europei e fondi dello Stato in forza di di un decreto legge del 2013 finalizzato alla ristrutturazione, adeguamento antisismico e antincendio, ampliamento e realizzazione di nuove costruzioni, palestre, mense aree ricreative e rimozione di barriere architettoniche. Il decreto ‘Mille proroghe’ prevede entro il 12 dicembre 2018 i termini per l’adeguamento delle scuole alle norme antincendio e lo svolgimento delle verifiche sismiche negli edifici scolastici situati nelle zone a rischio 1 e 2. Il presidente dell’Asael ritiene “quanto mai opportuno ed urgente chiedere almeno una congrua proroga del termine imposto dal decreto ‘Mille proroghe’ al fine di consentire una legittima ripresa dell’attività scolastica per l’intero prossimo anno, nelle more di provvedere agli adempimenti di legge per la messa a norma delle strutture”.
Una situazione allarmante che ha spinto poche settimane fa anche la Regione ad affrontare il tema convocando un vertice a Palazzo d’Orleans. Secondo il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, con l’ultimo intervento finanziario previsto si punterà a “ridurre notevolmente le percentuali. E’ stato un lavoro straordinario condotto in tempi rapidissimi, con un’ampia partecipazione da parte degli enti locali. Questo grazie anche al supporto fornito dall’Associazione dei Comuni, dall’Agenzia nazionale della coesione territoriale e dall’Associazione dei costruttori edili“.
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05 Settembre 2018, 17:37