25 Maggio 2016, 14:03
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CATANIA – “Se si guarda quello che dice la Corte dei conti allora il dissesto c’è”. A parlare è il consigliere Niccolò Notarbartolo in occasione della conferenza stampa convocata dal collega, Sebastiano Arcidiacono per discutere dei conti del Comune, con un occhio particolare agli anticipi di tesoreria e alla situazione – poco chiara, come ha più volte evidenziato la Corte dei Conti – delle aziende partecipate.
Un’ammissione, quella dell’esponente del Pd al senato cittadino che conferma, o sembra confermare, quanto scritto nelle ultime tre note inviate dai magistrati contabili nelle quali viene rappresentata una situazione economica e finanziaria al limite. Insomma, il rischio dissesto sembra farsi più concreto, anche se, ed è quanto emerso stamani, le possibilità per evitarlo potrebbero ancora esserci. “Ma occorre chiarezza – afferma Arcidiacono: se non abbiamo la maturità di affrontare l’argomento in modo consapevole, perdiamo la possibilità di fare scelte coraggiose e necessarie”.
Sulle aziende partecipate, innanzitutto, “la cui situazione è praticamente immobile da anni – spiega ancora il vicepresidente del Consiglio comunale, che evidenzia come tutte abbiano come proprietario il Comune e come, di conseguenza, si inneschi un effetto domino sulla tenuta dei conti dell’Ente. “Fino a oggi tutte le scelte sulle partecipate sono state, di fatto, congelate – prosegue Arcidiacono. Siamo rimasti fermi da prima del 2012, tranne che per Asec Trade che è stata messa in vendita. Eppure questo è un settore rispetto al quale bisogna prestare attenzione”.
Non lo afferma solo il consigliere comunale: sul mancato piano di razionalizzazione, inserito nel Piano di riequilibrio economico e finanziario del Comune, la Corte palermitana è intervenuta spesso. Così come, ed è un altro elemento evidenziato stamani, sulle mancate conciliazioni debiti – crediti, o sul disallineamento delle stesse. “C’è una differenza tra dati di circa 35 milioni di euro – prosegue il vice presidente del Consiglio. Paragonando i dati con quelli al 2012, quando il debito complessivo del Comune nei confronti delle partecipate, inserito nel piano di riequilibrio – continua – era 160 milioni, la situazione è di gran lunga peggiorata”.
Secondo i dati forniti, infatti, la situazione debitoria complessiva nei confronti degli organismi partecipati conterebbe 84 milioni di differenza tra debiti e crediti, come da nota inviata dal collegio dei revisori dei conti, ai quali bisogna aggiungere 104 milioni di debito contratto nei confronti di Cassa depositi e prestiti – fondi del Dl 35 – per pagamento delle partecipate (anche questo dato certificato dai Revisori con nota di marzo 2016) i 35 milioni di disallineamento complessivo delle conciliazioni. “Da 160 milioni del 2012 siamo arrivati a 223 milioni – tuona Arcidiacono. Circa sessanta milioni in più”.
Che l’amministrazione potrebbe non poter coprire. Oltre alle partecipare, infatti, i due consiglieri comunali hanno evidenziato anche la possibilità che l’amministrazione possa non poter ricorrere più alle anticipazioni di tesoreria, anche queste aumentate di gran lunga nel 2012: stando ai dati forniti, infatti, si passa da 49.445.680 euro a 150.909.483 del 2015. “Sono 100 milioni in più – prosegue Arcidiacono – ai quali aggiungere i sessanta milioni di debiti delle partecipate e quelli del Dl 35”. Somme allarmanti che spingono il vicepresidente del Consiglio a chiedere che vengano fatte scelte coraggiose.
Soprattutto perché, come sottolineato da Notarbartolo, il ricorso alle anticipazioni di tesoreria potrebbe non essere più la soluzione. “L’anticipo di tesoreria è praticamente lo scoperti in banca del privato – spiega. Il massimo è 180 milioni di euro ma, di questi, 30 non possono essere utilizzati. Siamo in una situazione particolarmente drammatica – aggiunge – non riusciamo a pagare il corrente, e c’è crisi di liquidità per le aziende partecipate che sono in condizioni di difficolta economiche e questo si traduce in crisi per 1700 lavoratori”.
Un aspetto sottolineato dai numerosi rappresentanti sindacali che operano nelle aziende collegate al Comune. Amt, Asec, Sidra: secondo molti, il vero problema è legato alla gestione. Presente e futura. Soprattutto di fronte agli investimenti milionari che dovrebbero arrivare in Sicilia. Alcuni di loro saranno presenti sabato prossimo quando l’assessore Girlando, in occasione di una conferenza stampa convocata appositamente,
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25 Maggio 2016, 14:03