Contrafatto, assessore invisibile |nella morsa dei duellanti

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23 Luglio 2016, 17:13

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PALERMO – Qualche giorno fa ha confidato le sue sofferenze a Repubblica. Dicendo che sì, in effetti sentiva un “clima di disagio”. Giusto un po’. Lei è Vania Contrafatto. Faceva il magistrato prima. Ora è assessore ai Rifiuti. Anche se nessuno, tranne il suo arcinemico Leoluca Orlando, sembra accorgersene. L’assessore invisibile è finita, mentre il sistema marcio dei rifiuti in Sicilia collassa, nella morsa tra i due nemici Rosario Crocetta e Davide Faraone. Che sembrano fare a gara a chi la ignora di più.

Crocetta con la sua insofferenza verso la galassia renziana ormai si muove più o meno come se l’assessore al ramo non ci fosse. Il governatore agisce in tandem con il dirigente generale del dipartimento Rifiuti Maurizio Pirillo lasciando in un angolo la Contrafatto. Una sorta di commissariamento di fatto, come qualcuno l’ha definito, che va avanti da più di un mese, con Crocetta e Pirillo a fare il bello e il cattivo tempo su tutto, anche in sua assenza. Anche sulla riforma del settore che, rispetto all’impostazione data dall’assessore, ha subito degli stravolgimenti notevoli, in particolare sugli Ato.

Il guaio è che dall’altra parte, quella teoricamente a lei vicina, quella che l’ha voluta sulla poltrona di assessore e l’ha difesa per farla rimanere in occasione dell’ultimo rimpasto, da quella parte della Contrafatto sembra che ci si sia dimenticati. “Non condivido nulla di ciò che si sta facendo sui rifiuti in Sicilia. Nulla. Fanno girare gli autocompattatori in lungo e in largo. I costi salgono e i cittadini pagano”.Chi parlava così qualche giorno fa? Un grillino indemoniato? Un cuffariano nostalgico? Non proprio. Le parole sono quelle di Davide Faraone, colonnello renziano, cioè colui che ha voluto la Contrafatto in giunta. E che oggi dice che in quel settore lui non condivide nulla. “Potremmo mandare i rifiuti fuori, avendo già la disponibilità di parecchie regioni italiane. Per non parlare, poi, della programmazione: si va a rilento su impianti e raccolta differenziata”, dice Faraone. Crocetta gli risponde che non di cosa parla. E l’assessore? Invisibile e sofferente.

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Di lei si ricorda solo Leoluca Orlando, per attaccarla a ogni buona occasione. Lui che sui rifiuti denuncia da tempo e senza sconti le colpe di tutti, fuorché le sue (i dati della differenziata a Palermo, ad esempio, forse dovrebbero fare arrossire un sindaco). Per il resto, nulla. Un clima che giustificherebbe le dimissioni? “Io – diceva pochi giorni fa l’assessore a Repubblica – finora non l’ho fatto perché ho sempre preso gli impegni in maniera molto seria e non sono facile a cedere alla stanchezza o alle provocazioni”.

Resiste l’assessore. Che un po’ ci ha fatto l’abitudine a questa politica che non la vede e non la sente. Come quando da Cassandra mise in guardia l’Ars sul pasticcio che gli onorevoli di Sala d’Ercole stavano combinando stravolgendo la legge sull’acqua pubblica. Finirà impugnata, aveva profetato Vania l’invisibile profetessa, suggerendo ragionevolezza e responsabilità ai deputati. Aveva ragione, tanta ragione. Ma nessuno anche allora l’ascoltò.

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23 Luglio 2016, 17:13

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