23 Giugno 2015, 13:32
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PALERMO – “Questo non è un partito. Almeno, non lo è ancora”. Nello Musumeci presenta il suo “#Diventeràbellissima”, un movimento, spiega l’ex presidente della Provincia di Catania, “trasversale, che si rivolge alla società, che ha rispetto per i partiti, ma non si rivolge principalmente a questi”. Nella Sala Rossa di Palazzo dei Normanni, l’ultimo candidato del centrodestra alla presidenza della Regione è affiancato da molti giovani. “Non credevo – ammette Musumeci – di essere così popolare tra i ragazzi. In tanti, però, in questi mesi mi hanno detto di volersi impegnare per cambiare, con me, questa terra. Spero di esserne all’altezza”. Qualche passo più indietro, invece, ecco fare capolino qualche politico: c’è l’ex capogruppo di Forza Italia Livio Marrocco, l’ex vicepresidente della Regione (ai tempi di Cuffaro) Fabio Granata, c’è anche l’ex assessore e deputato regionale Raffaele Stancanelli.
Non è ancora un partito, ma presto potrebbe diventarlo. E conta già su un piccolo esercito di consiglieri e amministratori sparsi per i comuni siciliani: “Sono 87 – dice Musumeci – ma stamattina mi hanno comunicato che hanno aderito altri otto”. Al momento, però, il politico catanese definisce la propria creatura un “movimento snello, senza segretari, né cariche. Composto anche da gente che non ha votato per me alle ultime elezioni e che adesso desidera solo una Regione normale. Esisteranno solo – aggiunge – dei comitati provinciali coordinati da un comitato regionale. Vedremo quante e quali adesioni scaturiranno da questo progetto, e a settembre a Catania, in una tre giorni dall’11 al 13, ci guarderemo in faccia: se saremo in tanti, daremo vita a un vero e proprio soggetto politico”.
Una forza politica che dovrà andare, ribadisce Musumeci “oltre i partiti: quel sistema si è rivelato inadeguato a rappresentare la questione meridionale e a quella siciliana. Se i partiti non sono più in grado di dare una risposa politica alla società, è la società stessa che reagisce e chiede una alternativa di governo. Reagisce contro l’inerzia e la rissosità dei partiti. I valori che caratterizzeranno il movimento saranno quelli della migliore tradizione politica siciliana, quelli fondati sulla famiglia, il lavoro, il merito, le competenze, la tolleranza e il rispetto per le minoranze. Oltre alla lotta alla legalità e a una costante militanza antimafia che non deve essere ‘ostentata’ ma praticata anche nel silenzio. Un movimento aperto a tutti, a chiunque voglia mettersi seriamente a lavorare. A patto che sia una persona perbene e non abbia fatto a pugni col codice penale”.
Musumeci racconta la genesi del movimento, “nato a seguito di centinaia di mail che sono state indirizzate al sottoscritto. Sono stato scelto per guidare questo progetto e spero di esserne degno e all’altezza. Certamente – prosegue – io posso portare la mia storia personale. Intanto, il fatto di non aver contribuito in nessuna fase allo sfascio di questa Regione, visto che, prima di questa legislatura, non ho mai fatto parte né dei governi né del parlamento. Porto poi la mia esperienza di amministratore: nei dieci anni alla guida della Provincia di Catania ho portato l’ente a essere quello, in Italia, col maggiore gradimento secondo una indagine di Datamedia. E infine, fatto non secondario, non sono mai stato sfiorato né da macchie né da sospetti”.
Differenze nette, secondo Musumeci, rispetto a tanti altri dirigenti politici “che non possono dirsi immuni da colpe. Penso al centrodestra, ma penso anche e soprattutto a un Pd che oggi scarica le colpe su Crocetta dopo aver guidato la Sicilia per anni. O penso agli uomini dell’Udc che oggi sembrano sbarcati da Marte e attaccano il governo, dimenticando di essere stati i veri registi dell’operazione che ha portato Crocetta a Palazzo d’Orleans”. Ma ovviamente, nel passato che ha reso la Sicilia non così bella come vorrebbe Musumeci, hanno recitato un ruolo da protagonista anche tanti esponenti di centrodestra e di quei partiti che alle ultime regionali hanno sostenuto lo stesso politico catanese. “Questo movimento – precisa Musumeci – non è certamente uno strumento per riabilitare nessuno. E siamo pronti ad aprire a tutti, purché l’eventuale adesione sia meditata, sofferta e si sia presa consapevolezza degli errori. Non dobbiamo, oggi, celebrare un processo al passato, ma dobbiamo lavorare tutti insieme per guardare al futuro. Devo ammettere però – aggiunge – che il governo Crocetta in soli due anni e mezzo ha finito persino per ridimensionare gli errori compiuti dai vecchi esecutivi negli ultimi 25 anni”.
E così, il movimento si “muove” già verso un vero e proprio partito “che dia voce – spiega Musumeci – a chi non vuole morire di Crocettismo, delle vecchie logiche partitocratiche o dei populismi di grillini e dei renziani. A proposito di Renzi – prosegue – pur ritenendomi il primo avversario di Rosario Crocetta, credo che il governatore meriti rispetto per l’istituzione che rappresenta. Non si può governare sotto la costante minaccia di commissariamento. Nessun premier si può permettere di liquidare un presidente della Regione con un ‘Saro stai tranquillo’. Se avesse solo provato a dirlo a me, avrei occupato la sua stanza”.
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23 Giugno 2015, 13:32