“Contro la mafia, noi sosteniamo |il sindaco Enzo Bianco”

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29 Gennaio 2016, 14:10

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CATANIA – La nostra terra e la nostra città hanno pagato, per colpa della mafia e della criminalità, un prezzo altissimo in termini di vite umane e di mancato sviluppo. Occorre una battaglia prima di tutto culturale che tutti dobbiamo continuare a portare avanti per il rilancio del nostro territorio. E che non va combattuta solo con le parole ma soprattutto con atti e comportamenti concreti. Catania oggi sta voltando pagina, anche in termini di legalità e lotta al malaffare. Le demolizioni delle abitazioni abusive operate grazie all’azione congiunta di Procura e Comune; la costituzione di parte civile del Comune nei processi per mafia; le speculazioni edilizie bloccate dalla giunta Bianco alla scogliera e quella al Parcheggio Sanzio cancellando la nascita dell’ennesimo centro commerciale; il protocollo di legalità siglato tra Comune e Prefettura per verificare l’origine di tutte le risorse utilizzate nei progetti del Pua; l’emersione di centinaia di debiti fuori bilancio realizzati dalle precedenti amministrazioni e l’invio degli atti alla Corte dei Conti; l’istituzione, insieme alle associazioni per la legalità, della giornata comunale in ricordo delle vittime di mafia; il protocollo di legalità firmato in Municipio alla presenza del Commissario Anticorruzione Raffaele Cantone; il licenziamento in tronco di dirigenti e controllori corrotti nel settore della raccolta rifiuti prima ancora che andassero sotto processo.

Questa è la legalità, la lotta alla mafia e alla corruzione che una città deve mettere in campo e che il sindaco Enzo Bianco e il comune di Catania hanno compiuto. Chi vuole andare contro queste importanti iniziative? La domanda è d’obbligo. Molte di queste azioni, infatti, hanno colpito interessi particolari. Oggi chi si è sentito danneggiato da questa opera di legalità sta facendo di tutto per bloccarla. C’è chi la vuole indebolire con attacchi ingiustificati, con strumentalizzazioni o con manifestazioni pubbliche eterogenee e fuorvianti. C’è chi lo fa per miseri tornaconti politici, chi per visibilità personale, chi anche in buonafede in nome di uno slogan. In tutti i casi l’azione di legalità che oggi Catania vive va supportata con convinzione, non certo con iniziative estemporanee. L’indistinto è nemico della verità e dire che tutti sono mafiosi equivale a dire che non lo è nessuno: un errore clamoroso e drammatico.

Le accuse che in questi giorni dei politici rivolgono ad altri politici e le indiscrezioni sui giornali relative alla relazione di una commissione dell’Assemblea regionale siciliana hanno lanciato alcune ombre. La Magistratura, alla quale il Sindaco Bianco ha autorevolmente chiesto “con forza, in assoluta coerenza con una storia di impegno politico contro la criminalità e per la legalità, di fare al più presto piena luce”, farà le sue ulteriori valutazioni. Va colpito non solo chi avrebbe compiuto dei reati, ma anche chi ha commesso azioni moralmente sbagliate. E vanno invece tutelati le istituzioni, le persone perbene, gli amministratori attenti, chi svolge il proprio ruolo con impegno e passione. “La mafia fuori da Catania” è uno slogan che tutti potremmo sottoscrivere, se non fosse strumentalizzato come spesso avviene. Noi quindi preferiamo praticarlo anziché dirlo. E soprattutto sostenere chi in questi anni, da Libera, ad Addio Pizzo, dalle forze dell’ordine alla Magistratura, combatte contro la mafia.

E sostenere chi, come l’amministrazione comunale guidata da Enzo Bianco, ha messo in campo quegli atti concreti, non parole, a favore della legalità. I rapporti eccellenti tra le istituzioni catanesi sono riconosciuti in maniera diffusa. La collaborazione tra Prefettura, Forze dell’Ordine, Magistratura e Comune ha portato a fare squadra e ottenere risultati concreti che tutti devono supportare. Oggi che finalmente Catania ha voltato pagina superando gli anni bui ed alcune esperienze nefaste, i tempi in cui comandavano esponenti politici locali e regionali, alcuni dei quali poi condannati o in prigione, occorre dare una risposta a chi usa l’antimafia per fini politici o pubblicitari. Diciamo basta a chi vuole a tutti i costi il male della città e a chi vuole bloccare lo sviluppo della nostra terra che, finalmente, sta accelerando grazie ad un’aria nuova nel segno della legalità.

Pasquale Pistorio, già presidente ST Microelectronics, Bruno Caruso, docente universitario e già assessore regionale al Lavoro, Nellinà Laganà, attrice, Antonio Perdichizzi, imprenditore, Sarah Spampinato, libera professionista.

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29 Gennaio 2016, 14:10

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