14 Agosto 2013, 10:38
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CATANIA – Numerose pattuglie di militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, su specifica disposizione del Comandante Provinciale, hanno eseguito nelle zone balneari e nell’hinterland della provincia etnea, un vasto piano di controllo economico del territorio. In particolare, oltre 30 finanzieri sono stati impegnati nel controllo della regolare emissione di scontrini e ricevute fiscali e nell’impiego di “lavoratori in nero” da parte di una molteplicità di esercenti, appartenenti alle diverse categorie che caratterizzano il variegato panorama economico, operanti nell’hinterland etneo e nelle zone balneari.
In materia di “scontrini e ricevute fiscali”, all’arrivo dei militari operanti, la gran parte dei registratori di cassa risultavano ancora spenti, benché la vendita fosse ampiamente in corso, e le numerose violazioni costatate hanno riguardato sia casi tipici di mancata emissione del documento fiscale nonché casi di mancata installazione del misuratore fiscale con conseguenti pesanti sanzioni nei confronti degli esercenti interessati. Nel complesso, l’attività di servizio ha portato, a fronte dei complessivi 150 controlli effettuati, alla constatazione di 80 violazioni per mancata o irregolare emissione di documenti fiscali, con una percentuale pari all’53% di violazioni riscontrate sul totale degli esercenti sottoposti a controllo nel piano effettuato.
Peraltro dai successivi approfondimenti info-investigativi è risultato che alcuni dei soggetti sottoposti a controllo e verbalizzati non hanno presentato le prescritte dichiarazioni fiscali annuali, risultando pertanto completamente sconosciuti al fisco. In materia di contrasto al lavoro sommerso le Fiamme Gialle etnee, a conclusione di articolate indagini, hanno effettuato una serie di controlli nei confronti di una società operante nel settore dei supermercati, che collocava manodopera “in nero e irregolare”.
Al termine degli interventi, eseguiti presso due punti vendita ubicati nel comune di Paternò, è stato accertato che l’azienda aveva alle sue dipendenze 17 persone, delle quali 15 totalmente in nero, in quanto privi di qualsiasi forma di contribuzione assistenziale e previdenziale, e 2 irregolari, atteso che risultavano impiegate con mansioni ed orari diversi rispetto a quelli contrattualizzati.
L’opera delle Fiamme Gialle, in un momento di crisi che sta attraversando il settore occupazionale, compreso quello giovanile, è mirata a scoraggiare quegli imprenditori che senza scrupoli e facendo leva sulla necessita altrui dettano condizioni lavorative e remunerative molto diverse da quelle disciplinate dalle normative sui contratti di lavoro.
“Si tratta di una evasione pesantissima, un vero e proprio furto a danni dei cittadini perche’ non emettere lo scontrino fiscale vuol dire privare la collettivita’ di risorse, quanto mai necessarie in questo momento di crisi economica”. Lo afferma Francesco Tanasi Segretario nazionale Codacons, che lancia un appello ai consumatori che, dal canto loro, “devono pretendere il rilascio della ricevuta fiscale e denunciare quei negozianti che non battono lo scontrino al momento della vendita”.
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14 Agosto 2013, 10:38