06 Settembre 2017, 18:26
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CATANIA – Vertenza Coop, c’è l’accordo tra azienda e sindacati: scongiurati i 273 licenziamenti. La trattativa fiume di quarantotto ore si è conclusa ieri sera con un risultato salutato con favore dalle segreterie regionali delle sigle sindacali confederali: nessun licenziamento. L’obiettivo è stato raggiunto, ma è costato in termini di flessibilità, incentivazione all’esodo volontario e pause non retribuite. Ma andiamo per ordine. L’azienda nei mesi scorsi aveva individuato come necessario “un processo di riorganizzazione” per mettere in campo “un indispensabile piano di risanamento economico” alla luce del calo in termini di vendite attraverso la chiusura di alcuni punti vendita (due in provincia di Catania: Zafferana Etnea e San Giovanni La Punta). Coop aveva individuato anche una serie di azioni volte al risanamento aziendale come l’apertura di nuovi punti vendita, ma in posizioni strategiche. Sul piatto c’erano anche i 273 licenziamenti, 55 nella provincia di Catania. Ipotesi scongiurata dalla lunga trattativa di ieri sera che ha portato alla bozza di accordo controfirmata da tutte le sigle.
I sindacati sottolineano di avere strappato un risultato importante rispetto alle “garanzie contrattuali ed economiche senza deroghe al contratto nazionale”. Tra i punti salienti del piano di flessibilità c’è l’incentivazione all’esodo volontario che dovrebbe riguardare cinquantacinque persone sul territorio etneo, la cassa integrazione per ammortizzare la chiusura dei punti vendita e della sede amministrativa di Catania per una ricollocazione e riqualificazione del personale in esubero verso i reparti vendita, e soprattutto regole certe “sulle garanzie occupazionali” di tutti i lavoratori. L’ipotesi di accordo prevede, inoltre, l’opportunità per gli stessi dipendenti di scegliere, in caso di vendita ad altre società, di rimanere in azienda o essere ceduti con una clausola sociale di reintegro in caso di licenziamento. “In caso di cessione dei punti vendita si procederà alla ricollocazione del personale negli altri punti vendita della rete, nell’ambito della stessa provincia dell’unità organizzativa in cessione o in chiusura, salvo diversa richiesta del lavoratore, con conseguente potenziamento dei punti vendita riceventi”, si legge nell’ipotesi di accordo. Uno scenario, che in provincia, potrebbe riguardare i punti vendita di Zafferana, San Giovanni La Punta e la sede amministrativa di Catania.
La contropartita più grande ha riguardato le pause retribuite “sospese per tutta la durata dell’accordo”. “Ai lavoratori sarà riconosciuta la facoltà di usufruire di un periodo di pausa non retribuita della durata di 15 minuti al giorno”, si legge. Un intervallo di tempo suggellato dal passaggio del badge da recuperare nell’ambito della settimana. “Non è stata una trattativa facile, ma siamo riusciti a evitare i licenziamenti dichiarati da Coop con la procedura di esubero. In questi mesi abbiamo lavorato per modificare il piano industriale di Coop Sicilia che prevedeva un recupero di circa 4,3 milioni di euro di cui 2 milioni sul costo del lavoro e che metteva in discussioni il CCNL con deroghe pesantissime soprattutto sui trattamenti economici. L’ipotesi riesce non solo a garantire tutta l’occupazione ma anche gli stipendi delle lavoratrici e dei lavoratori senza perdite economiche. La gestione di un piano di flessibilità per il recupero di efficienza e produttività rimane un punto fondamentale dell’ipotesi, che attraverso poche regole generali cerca di attenuare l’impatto verso la vita dei lavoratori”, commenta il segretario della Filcams Cgil Davide Foti. Soddisfatti anche i vertici della Uil: Enza Meli e Giovanni Casa, segretari generali di Uil e Uil Tucs di Catania. “La vertenza Coop è stata chiusa con un accordo che scongiura a Catania e provincia 122 licenziamenti”, spiegano.
“Niente licenziamenti, quindi. È stata, invece, prevista la possibilità di esodo volontario a fronte dell’erogazione di un incentivo. L’azienda si è, inoltre, impegnata a imprimere una forte accelerazione allo sviluppo della rete di vendita che prevede entro il 30 settembre 2020 l’apertura di sette nuove sedi nelle province di Palermo e Catania, oltre al rilancio e all’ammodernamento di quelle esistenti”, spiega Giovanni Casa. “Perché questi obiettivi vengano realizzati nei tempi previsti – aggiunge il sindacalista – organizzazioni e rappresentanze sindacali hanno responsabilmente accordato la sospensione temporanea di alcuni istituti contrattuali, come le pause e i permessi lavorativi, che non hanno ricaduta immediata in busta-paga”, dice il sindacalista. “Confermato il nostro ottimismo grazie al buon senso delle parti – ribadisce Rita Ponzo, segretaria generale della Fisascat Cisl di Catania – anche se ancora c’è da attendere il responso dei lavoratori nelle assemblee dell’11 settembre, ma siamo fiduciosi”, dice Rita Ponzo della Cisl. La palla adesso passa ai lavoratori che dovranno votare l’ipotesi di accordo e dire così l’ultima parola.
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06 Settembre 2017, 18:26