03 Aprile 2009, 13:57
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Un patto istituzionale per dare vita a una nuova organizzazione del sistema dell’assistenza in Sicilia.
All’indomani della riforma della sanita’ varata dall’Ars, le cooperative sociali isolane lanciano al governo regionale un pacchetto di proposte che prevede, tre le altre cose, servizi di telemedicina e tele-assistenza gratuiti, la ridefinizione degli standard gestionali e strutturali degli enti da accreditare.
Se ne e’ discusso, oggi a Palermo, nel corso del convegno “Il futuro della sanita’ in Sicilia: la cooperazione sociale e l’integrazione socio sanitaria”, promosso dalla Fondazione Integra. Nell’Isola operano 312 cooperative che offrono servizi socio assistenziali e di inclusione sociale. In totale i soci sono 6.936, con 1.626 dipendenti e 1.359 soci lavoratori.
Secondo la Legacoop e’ necessario un nuovo rapporto tra gli enti pubblici e i soggetti del terzo settore per la definizione dei bisogni e delle prestazioni sociali, socio-sanitarie, socio-assistenziali.
“Il welfare – ha detto Elio Sanfilippo, presidente di Legacoop Sicilia – non puo’ essere solo delegato al sistema pubblico. Vanno coinvolte le coop sociali. La riforma della sanita’ – ha precisato – per avere successo non puo’ prescindere dal volontariato”.
Sanfilippo ha anche auspicato una maggiore celerita’ da parte della Pubblica amministrazione per i rimborsi delle prestazioni offerte dalle cooperative sociali: “A volte i ritardi arrivano anche ad un anno, e’ uno scandalo a cui si deve porre fine”.
Il presidente della Fondazione Integra, Salvo Cali’, ha infine posto l’accento sull’offerta delle coop sociali: “Ci sono servizi che il pubblico non puo’ gestire da solo, vale a dire l’assistenza domiciliare alla persona, la riabilitazione, le cure in residenze sanitarie assistenziali, i centri diurni. E’ inaccettabile pensare di disperdere il patrimonio acquisito in tutti questi anni dalla cooperazione sociale”.
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03 Aprile 2009, 13:57