Cordaro: "Angelini non si tocca, lo abbiamo scelto noi" - Live Sicilia

Cordaro: “Angelini non si tocca, lo abbiamo scelto noi”

L'assessore ribatte a Fava: "Così abbiamo lavorato per la trasparenza sulle autorizzazioni sensibili".
L'INTERVISTA
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4 min di lettura

Assessore Toto Cordaro, il presidente dell’Antimafia Claudio Fava ha sollevato il tema relativo ala commissione tecnica presieduta da Aurelio Angelini, che valuta l’impatto ambientale dei progetti presentati alla Regione,e che a suo dire rischia di essere “asfaltata” in finanziaria all’Ars. La presidente della commissione Territorio Giusi Savarino ha scritto a Livesicilia dicendo che così non è e che anzi l’Ars intende rafforzare quell’organo. Lei e il governo come la vedete?

“La prima cosa che mi viene da dire è che questo plauso postumo agli uomini scelti dal presidente Musumeci sta diventando quasi paradossale. Con riferimento al presidente Fava vorrei ricordare che Fava è tra coloro che ha chiesto il voto segreto in Aula per affossare la riforma dei rifiuti scritta da Angelini e Pierobon”.

Va bene, ma la commissione?

“La nomina di Angelini a presidente della commissione Via vas è la conseguenza dell’azione che abbiamo intrapreso dal nostro insediamento. È con noi da sette anni, prima consulente della commissione Antimafia presieduta da Musumeci, poi consulente di Musumeci presidente della Regione. Quindi io dico: nessuno tocchi Angelini. Lo abbiamo scelto noi ed è un segnale confortante che anche l’opposizione oggi lo difenda. Però c’è un tema politico: quando si è insediato il governo abbiamo trovato centinaia di pratiche arretrate. Contiamo entro la fine della legislatura di eliminarlo del tutto, perché questo è un nodo fondamentale per il rilancio dell’economia. Per tale ragione può essere utile accogliere la proposta del presidente Savarino e del gruppo di Diventerà Bellissima di portare da 30 a 60 i componenti della Cts. Su questo piena condivisione ma sull’autonomia della commissione e del suo presidente indietro non si torna”.

Quindi la norma sul dirigente che dice l’ultima parola cambierà in aula?

“Non è nemmeno proponibile. Il dipartimento invia il progetto per l’istruzione e per il parere. Poi il progetto esce dalla commissione con un parere e il dipartimento redige il decreto sulla base di quel parere. Il dipartimento non può avere un ruolo che finisce per confondersi col presidente della commissione stessa. Rischiamo di fare confusione”.

Che ne pensa del lavoro della commissione Antimafia?

“La commissione Antimafia presieduta da Fava sta ben operando ma bisogna dire, per ripristinare la verità, che questa commissione Antimafia sta lavorando in continuità con la precedente, presieduta da Nello Musumeci, che io ho affiancato come vicario. E fu quella commissione che scrisse la relazione sui rifiuti: relatore Cordaro, consulente Angelini. Abbiamo scritto la relazione sui rapporti mafia e politica, abbiamo fatto la relazione sul Cara di Mineo. Quella commissione ha già segnato uno spartiacque concreto tra l’antimafia delle parole e quella dei fatti quotidiani”.

E del problema di trasparenza e del blindare la Regione dagli interessi dei privati che cosa dice?

“Vogliamo parlare della vicenda Arata? Per fortuna che c’erano i trojan che hanno registrato come ci siamo comportati. Il governo Musumeci in tema di autorizzazioni sensibili per la prima volta nella storia non ha atteso la magistratura, è arrivato prima. I decreti firmati da me sono del febbraio 2019, l’azione giudiziaria parte a giugno 2019. Con la magistratura il governo Musumeci collabora. Io sono stato sentito e ho detto tutto quello che sapevo ai giudici. Abbiamo affrontato temi delicati con grande attenzione, anche prima che la commissione fosse guidata dal professore Angelini, temi delicati fotovoltaico in testa”.

Avete affrontato temi delicati facendo cosa?

“Per la prima volta nella storia i progetti presentati all’assessorato Assessorato e Ambiente vengono presentati via Internet attraverso portale. Questo significa trasparenza del processo amministrativo, rispetto dei tempi, assoluto ossequio dell’ordine cronologico, uniformità dei criteri decisionali, fine del pascolo abusivo nell’assessorato. Per la prima volta nella storia lo abbiamo fatto noi e l abbiamo fatto tutto in house col nostro personale, senza aggravio di spesa, grazie all’attività del dipartimenti Ambiente, direttore generale Beppe Battaglia”.

Tornando all’antimafia, mi pare di capire dalla sua risposta di prima che lei ritene che la commissione dell’Ars sia uno strumento utile.

“Sono convinto del ruolo necessario della commissione Antimafia. Perché la mafia ha subito colpi importanti e non è stata debellata. Vorrei che fosse chiaro che la commissione antimafia è una commissione speciale che viene istituita all’inizio di ogni legislatura. Sarei felice di dire che non serve perché la mafia è stata sconfitta”.

Che ne pensa delle parole di Fava sull’errore commesso dall’antimafia sui giudici, trasformati in infallibili?

“La mia storia è quella di un garantista e di un politico che ha coltivato l’etica e un modo di agire che sceglie i fatti. Fava si ascrive una responsabilità, se qualcuno sta facendo atto di resipiscenza, è una cosa buona”.

Non pensa che il clamoroso scandalo delle correnti della magistratura che emerge dalle carte dell’inchiesta su Palamara sia l’occasione perché la politica si affranchi da quel complesso di subalternità verso la magistratura di cui è stata affetta negli ultimi trent’anni?

“Parla con chi non ha mai ritenuto la politica subalterna. Il tema per la politica è quello di recuperare il consenso. E lo si può fare solo con buone azioni di governo”.


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