Corini e lo sfogo da leader| Gruppo e tifosi tutti col ‘Genio’

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14 Gennaio 2017, 08:30

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PALERMO – Ad avere l’effetto di una bomba atomica stavolta non sono stati i risultati negativi della sua squadra, bensì le parole pronunciate con fermezza e passione durante la conferenza stampa che precede la sfida di Reggio Emilia contro il Sassuolo, match che per lui non deve essere caricato di eccessive aspettative per evitare un epilogo già visto più e più volte. Eugenio Corini ha dunque rubato la palla ai suoi avversari, come faceva all’apice della sua carriera proprio a Palermo, e lanciato in avanti una sfida alla società rosanero e agli stessi media, accusati di strumentalizzare troppo la figura dell’allenatore in questo ultimo anno e mezzo che ha visto i siciliani galleggiare in fondo alla classifica di serie A. L’ha fatto uscendo da quel recinto fatto di perbenismo e toni misurati, che lo ha contraddistinto sia da calciatore e ancora più da allenatore, vestendo nel momento più delicato della sua avventura in Sicilia da tecnico i panni del tifoso che prima ancora d’amare il suo mestiere ama i colori per cui lavora.

Uno sfogo in piena regola che non ha avuto l’effetto d’allontanare il ‘Genio’, da una realtà in cui il presidente Zamparini lo ha delegittimato con le sue parole prima e successivamente con le sue azioni, bensì lo ha ulteriormente legato ad una piazza verso cui nutre profondi sentimenti d’affetto e che per lui negli ultimi anni da calciatore ha rappresentato una vera e propria seconda giovinezza. L’ex capitano rosanero, che ha ammesso di aver pensato concretamente in settimana alle dimissioni dopo le parole del patron friulano, ha difeso ad oltranza il suo lavoro e quello dei suoi calciatori, lasciati secondo l’allenatore in balia di troppe responsabilità da portare sulle proprie spalle. Responsabilità che lo stesso Corini, tiene a precisare, vuole assumersi soltanto su eventuali scelte errate di formazione durante i match disputati e non, contrariamente, all’interno di un gioco al massacro in cui l’unico a dover pagare è quasi sempre chi siede sulla panchina.

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Parole forti, senza tanti ricami, dirette ad una società rea di non usare la dialettica corretta in questo momento di crisi, ma da vero capitano che vive la sua squadra e fa di tutto per cercare di farne uscire innanzitutto un’idea di gruppo e solo dopo di gioco. Quei calciatori, che secondo il bresciano avevano il morale sotto i tacchi al momento del suo arrivo nel capoluogo, infatti dopo sette gare hanno dimostrato di avere dei valori forti su cui aggrapparsi per credere ancora in una salvezza, attualmente distante sette punti, con un intero girone di ritorno da giocare. Per farlo però serve quella continuità che Corini ha ammesso mancare nel progetto rosanero da un anno e mezzo a questa parta, continuità che si basa sopratutto sulla fiducia nel lavoro del tecnico che contrariamente viene messo sulla graticola nel momento in cui i risultati non parlano a suo favore.

Per molti il match di Sassuolo potrebbe risultare decisivo per il futuro dell’ex Chievo, ma Corini ha un’idea fissa in testa: dare il massimo in ogni allenamento e dimostrare poi sul campo quanto il suo contributo nella crescita di questa squadra sia fondamentale per salvare anche quest’anno il Palermo. L’intervento in sala stampa dell’allenatore non avrà magari avuto l’effetto di convincere Zamparini a cambiare idea su un ennesimo ribaltone in panchina ma d’altrocanto ha di sicuro infiammato i cuori dei tifosi che in grandi linee hanno rivisto dietro le parole del proprio mister l’ardore agonistico che il numero 5 ci metteva ogni domenica per portare sempre più in alto i loro colori. Domenica pomeriggio dunque al ‘Mapei Stadium’ quando si tornerà a giocare per i tre punti il ‘Genio’ potrà contare non solo su una squadra compatta ma ancor di più sul sostegno incondizionato di quello che è divenuto il suo popolo rosanero.

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14 Gennaio 2017, 08:30

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