Corleone, medico morto nella bufera: "Tragedia evitabile", omicidio colposo

Alluvione, medico morto: “Poteva salvarsi”, omicidio colposo

Due imputati per la morte del pediatra travolto dalla piena mentre andava in ospedale

PALERMO – Ci sono due rinvii a giudizio per la morte di Giuseppe Liotta, il medico deceduto durante l’alluvione del 2018. Stava andando a lavorare in ospedale. Un’onda lo travolse nelle campagne tra Marineo e Corleone. Aveva 41 anni e faceva il pediatra.

Il giudice per del tribunale di Termini Imerese Angela Lo Piparo ha rinviato a giudizio per omicidio colposo due dirigenti della Città metropolitana di Palermo: Salvatore Pampalone e Giacomina Maria Fasulo, di 63 e 58 anni.

Pantalone è il dirigente della Direzione infrastrutture, viabilità provinciale e mobilità, mentre Fasulo è responsabile dell’ufficio manutenzione e gestione dell’Alto corleonese.

Secondo l’impostazione dell’accusa, pur essendo a conoscenza delle condizioni meteo – la Protezione civile – aveva diramato un’allerta rossa, e la criticità idrauliche della zona non avrebbero apposto la segnaletica stradale di pericolo.

Avrebbero dovuto anche interdire il transito, impedendo al medico di raggiungere la strada dove fu travolto dalla piena del torrente Frattina. L’acqua lo trascinò per chilometri, fin sopra una collinetta. Forse Liotta tentò una manovra al volante della sua Volkswagen Tiguan. Poi scese dalla macchina.

I genitori, la sorella e la moglie si sono costituiti parte civile con l’assistenza dell’avvocato Dario D’Agostino. “Niente e nessuno potrà restituirci Giuseppe, possiamo solo fare di tutto per evitare che tutto ciò si ripeta”, fanno sapere tramite il legale.


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