07 Marzo 2021, 12:09
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PALERMO – Il sindaco di Corleone Nicolò Nicolosi ha annunciato, attraverso la pagina Facebook del Comune, di avere convocato per domattina la giunta per presentare le sue dimissioni. La decisione fa seguito alle polemiche suscitate dall’indagine dei carabinieri del Nas che hanno segnalato alla Procura di Termini Imerese che il sindaco e gli assessori della sua giunta si erano vaccinati contro il Covid 19 a metà febbraio, pur non rientrando tra le categorie stabilite dalla legge. Nicolosi si era difeso sostenendo che “il sindaco è l’autorità sanitaria del territorio: per questo mi sono vaccinato, avvertendo anche il presidente Musumeci”.
“Ho passato una notte insonne a riflettere su questa decisione e ho concluso che è giusto che io rassegni le dimissioni anche se rivendico di aver fatto la scelta giusta nel decidere di vaccinarmi e di far vaccinare la Giunta”, dice all’ANSA Nicolosi. “Corleone, però, ha bisogno di un sindaco pienamente legittimato e viste le critiche che ho ricevuto io non lo sono più come prima. Il nostro paese, per la sua storia, è un simbolo, una sorta di vetrina, e questo ancor di più mi ha convinto a fare un passo indietro in questo momento”, aggiunge. Nicolò Nicolosi, 79 anni, politico di lungo corso, è stato deputato Dc all’Assemblea regionale siciliana, dove ha ricoperto anche la carica di vice presidente e assessore al Bilancio; nel 2001 è stato eletto alla Camera nella coalizione di centrodestra. E’ stato sindaco di Corleone una prima volta dal 2002 al 2007; il 25 novembre del 2018 era stato rieletto sindaco, sempre con una coalizione di centrodestra.. Nei giorni scorsi Nicolosi aveva effettuato un rimpasto in giunta con l’uscita di due assessori Walter Rà (Fdi) e Luca Gazzara (Fi). LEGGI ANCHE: Vaccino a sindaco e assessori, arrivano i Nas
“La mia elezione a sindaco di Corleone rappresenta un messaggio politico a livello regionale e nazionale. Si afferma la tesi che la buona politica ottiene il successo sulla protesta”. Fu questo il messaggio lanciato subito dopo la sua designazione a sindaco di Corleone il 25 novembre 2018, da Nicolò Nicolosi, 79 anni, originario di Bisacquino eletto con 3.587 voti in una lista civica di centro destra. Per lui quello in corso è il secondo mandato da sindaco, carica che aveva già ricoperto dal 2002 al 2007. Oggi il primo cittadino ha annunciato le sue dimissioni in seguito alle polemiche suscitate dall’indagine dei carabinieri del Nas che hanno segnalato alla Procura di Termini Imerese che insieme agli assessori della sua giunta si era vaccinato contro il Covid 19 a metà febbraio, pur non rientrando tra le categorie stabilite dalla legge. Nicolosi è stato deputato alla Camera e parlamentare di lungo corso all’Ars dal 1986 al 2001, prima con la Democrazia cristiana, poi con una lista civica, ricoprendo anche la carica di assessore al Bilancio, dal 2000 al 2001, nella giunta guidata da Vincenzo Leanza. Alle ultime consultazioni comunali vinse sul candidato a sindaco Maurizio Pascucci che fu deferito ai probiviri ed espulso dal M5s dopo che si era fatto fotografare con il marito di una nipote di Bernardo Provenzano, dicendosi disposto a dialogare con i familiari dei mafiosi a condizione che prendessero le distanze dai loro parenti. Già perché Corleone si sa è famosa nel mondo anche per la sua immagine legata al fatto che ha dato i natali ai boss Provenzano e Totò Riina e al film Il Padrino il cui protagonista aveva proprio il nome del comune nel Palermitano. “Ritorno ad amministrare questo comune – disse – dopo 11 anni. I miei primi atti da sindaco a Corleone saranno improntati a rendere la cittadina più bella dagli effetti del degrado urbano e sfregiata dalla scadente raccolta dell’immondizia”. E all’insegna dell’efficienza fu, nei giorni scorsi, il promotore insieme alla sua giunta oggi nell’occhio del ciclone a firmare un ordine del giorno per condividere la scelta del presidente della Repubblica Sergio Mattarella di affidare a Mario Draghi il compito di formare un nuovo governo. La notizia, apparsa sulla pagina Facebook del Comune, scatenò una serie di battute ironiche nei confronti dell’amministrazione : “Ah, ok. Adesso che c’e’ il vostro avallo, il governo puo’ partire… mi sento più tranquillo”, fu uno dei tanti commenti. Ma dall’ironia oggi si è passati alla crisi amministrativa causata dalle dimissioni del sindaco.
“Dalla prima ricostruzione dei fatti di Corleone è emerso che il direttore sanitario dell’Ospedale, in violazione della circolare emanata, ha proceduto alle dosi di richiamo a quanti, tra cui il primo cittadino, non avevano diritto neppure alla prima. È stato così violato un provvedimento regionale che è stato consolidato da una pronuncia del Tar. Per questa ragione ho dato mandato al direttore generale dell’Asp di Palermo di procedere alla sospensione del dirigente e di avviare i procedimenti disciplinari conseguenti. Non mi consola che esempi analoghi si stiano delineando in tutto il territorio nazionale. Lo sforzo di migliaia di medici, volontari e cittadini non può essere vanificato da posizioni personali e, soprattutto, da operatori che non tengono in alcuna considerazione le decisioni assunte. La Regione non può decidere di violare il calendario vaccinale e non può farlo nessuno”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale per la Salute, Ruggero Razza.
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07 Marzo 2021, 12:09