13 Gennaio 2021, 06:30
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CATANIA – I numeri devono essere analizzati, scomposti e misurati. E soprattutto dovrebbero essere commentati conoscendo la ‘filiera’ che ha prodotto quel risultato. Catania, in questi primi giorni del 2021, è la provincia che registra il più alto dato di contagi. Da qualche giorno si è superata anche la quota 400. Su queste cifre – va detto – inficia con una cadenza quotidiana la percentuale di tamponi molecolari effettuati per confermare un test rapido igienico.
Insomma nel conteggio dei nuovi positivi c’è una base quasi certa che proviene da quello che il Commissario per l’emergenza Covid dell’Asp, Pino Liberti definisce “molecolari travestiti”. Un test rapido fornisce una certezza del risultato di positività di oltre il 90% e quindi produce un flusso di casi che merita un analisi precisa e circoscritta. Nei giorni scorsi il professore Cristoforo Pomara del Comitato Tecnico Scientifico ha puntato il dito sul sistema dei tamponi nei drive-in.
“Nell’analisi dei dati quotidiani va preso in considerazione il numero proveniente dai tamponi rapidi è una visione quasi ovvia, ma purtroppo molte volte ci fermiamo alla lettura dei numeri lasciandoci prendere dall’onda emotiva. Ma se è vero che a Catania c’è il maggior numero di contagi, va anche detto che un peso nel tasso di positività lo danno i tamponi molecolari che sono frutto dei rapidi. Nella provincia etnea si processo migliaia di tamponi rapidi al giorno tra aeroporto, mercato ortofrutticolo, screening nelle Rsa e drive-in che allestiamo periodicamente in alcune città nel weekend”, spiega Liberti. Per avere un quadro, ma al ribasso, “c’è una media di oltre 2000 tamponi al giorno”, aggiunge ancora il commissario. Oltre 20 mila tamponi a settimana. “Questo massiccio lavoro che stiamo facendo a Catania ci permette di individuare positivi che non avremmo mai individuato. Ma di conseguenza di alzare il numero di positivi che ogni giorno vediamo nel bollettino quotidiano del Ministero della Salute. Quindi un’attenta e analitica lettura dei dati è fondamentale per avere un quadro più reale sull’epidemia”, argomenta l’infettivologo.
In queste ore arriverà la circolare che fornirà le linee guida per il ‘doppio caricamento’ dei dati: quelli provenienti dai tamponi molecolari e da quelli rapidi. “Questo ci consentirà finalmente di avere una visione più veritiera della diffusione del virus in un determinato territorio”, afferma Liberti. Per poter garantire un flusso di dati costante “assumeremo altro personale informatico che si occuperà proprio del caricamento dei risultati provenienti dai tamponi rapidi”, aggiunge ancora il Commissario.
La situazione è allarmante? “Non bisogna abbassare assolutamente la guardia – afferma Liberti – perché la pandemia è nella sua piena evoluzione, però le posso dire che guardando i numeri dei posti di degenza ordinaria e di terapia intensiva e subintensiva nei reparti covid dell’area metropolitana di Catania la situazione non è quella registrata a novembre – analizza Liberti – la soglia di allerta è del 30%, a Catania siamo sotto al 20%. Le faccio un esempio, ad Acireale c’erano diversi posti liberi sia in degenza ordinaria che in subintensiva”.
Intanto la macchina del contact tracing, dopo i tanti problemi e ritardi registrati tra ottobre e dicembre, sta entrando a regime. “Siamo al 97% del tracciamento. Aver distrettualizzato (affidando ai distretti sanitari territoriali dell’asp, ndr) il tracciamento ha permesso di smaltire l’arretrato e poter andare piano piano a sistema”, chiarisce Liberti. Al momento a Catania si registrano 718 cluster “che sono scoppiati in ambito familiare, nelle Rsa, nei locali”, spiega il Commissario.
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13 Gennaio 2021, 06:30