“Il Covid non è ancora sconfitto | Prudenza per non vanificare tutto”

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26 Aprile 2020, 13:41

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PALERMO- “Ancora non siamo fuori e ci vorrà molta attenzione. Non vanifichiamo il grande lavoro che è stato fatto e che continua negli ospedali e non solo lì”. La dottoressa Tiziana Maniscalchi, direttore facente funzione del pronto soccorso dell’ospedale ‘Cervello’, uno dei luoghi in cui si combatte in prima linea contro il Covid, ha visto il nemico in faccia, quanto basta per avere una necessaria prudenza.

Come è il coronavirus, dottoressa?

“Subdolo, con caratteristiche diverse dalle patologie simili. Ecco perché non possiamo permetterci di rilassarci e, anche in una fase di iniziale ripartenza, sarà necessario essere molto cauti. La verità è che ancora ne sappiamo troppo poco”.

 Lei avrebbe aspettato prima di allentare le regole?

“Forse sì, ma ci rendiamo conto che la gente deve avere la possibilità di mettere un piatto in tavola”.

 Che cosa ha visto?

“Lo spavento delle persone, ma in un modo differente. Di solito, la paura ci porta a reagire, a fronteggiare la minaccia. Questa paura ci blocca, ci annulla, sfocia nella depressione, proprio perché non la conosciamo bene”.

 Un passaggio umanamente difficile.

“Sì. Adesso è tutto da ricostruire: le relazioni sociali, i gesti, il nostro atteggiamento nei confronti degli altri. A poco a poco ce la faremo, ma non sarà semplice”.

 Che esperienza è stata ed è?

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“Dal punto di vista professionale e personale molto intensa. E devo dire che la sanità siciliana si è mossa bene, con una organizzazione che non ha sbagliato un colpo. Ma io e i miei colleghi non siamo eroi come si dice. In fondo, facciamo questo e lo facciamo sempre: ci prendiamo cura delle persone e della loro sofferenza”.

 Secondo lei il caldo spegnerà Covid come pure è stato affermato?

“Penso che non possiamo saperlo. Non abbiamo dati, non abbiamo casistiche in questo senso. Aspetteremo e vedremo. Anche sul vaccino mi pare che ci sia ancora molto da valutare”.

 Cosa suggerisce?

“La battaglia non è vinta. Suggerisco la prudenza. Il distanziamento sociale è l’arma più importante contro il coronavirus. Dobbiamo essere molto precisi, per non vanificare quanto abbiamo fatto. All’inizio è stato più complicato. I racconti dei colleghi lombardi sono stati utilissimi”.

 Però un po’ eroi lo siete.

“Non credo”.

Forse sì, invece.

“Siamo persone normali”.

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26 Aprile 2020, 13:41

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