Coronavirus, da Mattarella a Conte | Grazie alle nostre istituzioni - Live Sicilia

Coronavirus, da Mattarella a Conte | Grazie alle nostre istituzioni

I vertici della nostra politica convincono l'Europa. E pure gli italiani rispondono bene

SEMAFORO RUSSO
di
3 min di lettura

Al di là delle onnipresenti polemiche da quattro soldi, orchestrate da chi non ce la fa proprio a tirar fuori il buon senso e lo spirito unitario che dovrebbe animare una nazione in momenti drammatici per becere ragioni di partito, le più importanti istituzioni del nostro Paese e dell’Europa, al netto dell’intervento della presidente della BCE (Banca Centrale Europea) Christine Lagarde interpretato dai mercati come indifferenza contribuendo al tonfo della Borsa di Milano e all’innalzamento dello spread – eravamo abituati al “whatever it takes” (ad ogni costo) di Mario Draghi – si stanno comportando bene. E ciò è di grande conforto mentre siamo tutti condannati ai domiciliari, sebbene per un’ottima causa, la tutela del bene supremo della salute, senza avere commesso reati.

Anche gli italiani, a dispetto dei soliti irresponsabili che se ne fregano altamente delle disposizioni governative per il contenimento del contagio da coronavirus, si stanno comportando bene con una comunanza di intenti che normalmente, ahinoi, latita nella quotidianità. Magari impariamo la lezione.

Alcuni politici, invece, come scritto all’inizio, si dilettano in inutili contrapposizioni o incaute esternazioni, in casa e all’estero, che solo nocumento, d’immagine e sostanziale, possono provocare al Paese; pazienza, è più forte di loro. Parafrasando Manzoni al contrario potremmo dire, se uno il senso dello Stato non ce l’ha se lo potrebbe però dare, con un pizzico di buona volontà.

Ma torniamo al punto. Perché le istituzioni italiane ed europee stanno operando correttamente? Partiamo dall’Italia. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sono avvertiti dalla popolazione quali validi e autorevoli riferimenti. Mattarella, nell’ambito dei suoi poteri costituzionali, ha dimostrato una forte vicinanza nei confronti dei cittadini, non è fuggito verso lidi più sicuri, come fece un altro inquilino del Quirinale in piena guerra nel passato pre-repubblicano o qualche ricco esponente politico di oggi, tallonando la UE e chiedendo, con parole inusitatamente severe, che l’Europa sia di aiuto e non di ostacolo. Conte, d’altro canto, in sinergia con il Capo dello Stato e in stretta collaborazione con le autonomie locali (passata la tempesta sarà meglio rivedere il pasticciato Titolo V della Costituzione sulle competenze delle Regioni e dello Stato), seppure in un frangente complicatissimo senza pari e senza il know-how di esperienze precedenti, ha compiuto i passi giusti per salvaguardare ogni legittima esigenza con provvedimenti mirati nella difesa della sicurezza e della salute pubblica.

Poi, 25 miliardi di euro messi sul piatto per fronteggiare gli immensi danni economici determinati dal blocco forzato delle attività produttive, stop ai versamenti Iva, Irpef, contributivi, alle cartelle esattoriali, agli accertamenti fiscali. Aiuti alle famiglie con minori, ai lavoratori dipendenti attraverso congedi parentali o sussidi per l’assistenza domestica ai piccoli. Sostegno ai settori più colpiti e raddoppio della Cassa Integrazione, stop alle rate dei mutui e dei debiti bancari. Ovviamente vado per sintesi, non posso elencare ogni singolo intervento. Ecco, qui entra in scena l’Europa con la sospensione del fiscal compact (sinonimo di austerità) e del patto di stabilità con la possibilità, conseguente, di sforare il tetto del 3% di deficit. Si aprirà anche ai famigerati aiuti di Stato visti finora come fumo negli occhi per la libera concorrenza. Sono previsti altri interventi nella prossima fase, possiamo definire automatica, di recessione a livello europeo (se non planetario). Di ciò dobbiamo ringraziare anche un terzo italiano, insieme a Mattarella e a Conte, che sta lavorando in maniera fruttuosa nell’ombra: il commissario europeo per l’Economia Paolo Gentiloni. Certo, il cammino è ancora lungo per costruire un’Europa forte e unita, ma non c’è altra via. Ce lo sta insegnando il coronavirus, non esistono confini, muri, ciechi sovranismi, patetiche teorie trumpiane e follie razziali che possano resistere alla verità incontrovertibile ormai sotto gli occhi dei popoli: siamo tutti nella medesima barca di nome mondo.


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