04 Gennaio 2022, 06:06
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PALERMO – È presto per valutare l’impatto delle festività sui contagi Covid. I due commissari di Palermo e Catania non si sbilanciano, ma concordano sul fatto che l’Isola ha raggiunto o sta per toccare il plateau della curva di contagio. All’indomani dell’Epifania la curva dovrebbe iniziare a scendere.
Ad analizzare i dati nelle due province di riferimento sono Renato Costa e Giuseppe Liberti. Secondo Costa, l’impatto di Natale c’è stato, ma si è riusciti a contenerlo. La curva è cresciuta, ma non si deve alle sole riunioni familiari. Per avere un quadro completo, però, “bisogna ancora attendere qualche giorno, quando arriveranno i dati relativi al Capodanno. Prudenza ma ottimismo. Riteniamo che il picco massimo sia stato raggiunto”.
Secondo Liberti, omologo di Costa nella provincia di Catania, “l’impatto natalizio c’è stato, eccome. Non mi riferisco soltanto alle feste in casa. Basta guardare la moltitudine di persone che passeggiano in centro città”. Anche per il commissario catanese il picco massimo dei contagi sta per essere toccato: “Il plateau sarà raggiunto intorno al 10 gennaio, poi la curva inizierà a scendere” e bisogna aspettare i dati di Capodanno per valutare se e quanto l’eventuale indisciplina dei siciliani – non è detto che ci sia stata – abbia pesato sull’aumento dei contagi.
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Altro punto su cui i commissari per l’emergenza concordano è il fatto che la variante Omicron sta manifestando una virulenza inferiore rispetto a quelle del passato. Molto contagiosa, ma meno pericolosa. Alla franchezza delle parole di Liberti non serve aggiungere altro: “Minore virulenza e protezione garantita dai vaccini sono stati decisivi. Con la variante originaria a Catania si ricoverava il 10, 11% della popolazioni. Raffrontando il numero ai contagi attuali sarebbe stata un’ecatombe. Ed invece non è così”.
Sul fronte ospedaliero, anche se meno gente finisce in terapia intensiva (la stragrande maggioranza non è vaccinata), non sono giorni facili soprattutto per i reparti ordinari (negli ospedali sono iniziate le riconversioni di alcuni reparti ma non di intere strutture come in passato) e la macchina dell’assistenza deve fare i conti con un numero di persone da seguire a casa quasi raddoppiato rispetto allo scorso anno.
Basta fare un raffronto. Il bollettino di un anno fa (3 gennaio 2021) faceva registrare 1.047 nuovi positivi, 35.591 attualmente positivi, 34.270 in isolamento domiciliare, 1.137 ricoverati in ospedale e 184 ricoverati in terapia intensiva. Il tutto, però, con 6.319 tamponi processati.
Ieri, 3 gennaio 2022, i tamponi processati sono stati 25 mila (quattro volte di più). I nuovi positivi sono 4.384, 55.380 gli attualmente positivi e 54.396 persone in isolamento domiciliare. Sul fronte dei ricoveri i numeri sono inferiori all’anno scorso: 872 i pazienti nei reparti ordinari Covid e 112 in terapia intensiva.
Rispetto alla stessa settimana di un anno fa i nuovi positivi sono passati da 6.931 a 27.814 (più 301,3 %). Un dato su cui incide il numero dei tamponi nettamente superiore oggi rispetto al 2021. Guardando però ai dati sui ricoverati (che non risentono certo del numero dei test effettuati ma dipendono dalle condizioni di salute) si registra un netto calo: da 1.321 a 918 con un meno 30,5 %. I casi più gravi in terapia intensiva sono scesi da 184 a 107 (meno 41,8%), i nuovi ingressi in terapia intensiva da 90 a 57 (meno 36,7%) e i decessi da 196 a 100 (meno 49%).
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“Dovremmo essere in parte sollevati dalla circostanza che l’impatto della variante stia facendo emergere in modo significativo tanti casi che tuttavia presentano una clinicità di basso impatto – ha detto ieri Ruggero Razza, assessore alla salute della Regione siciliana. Ma sono consapevole che, in Sicilia come in tutte le Regioni italiane, la gestione di decine e decine di migliaia di persone si stia rilevando particolarmente onerosa”.
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04 Gennaio 2022, 06:06