Coronavirus, supermercati, ospedali | Palermo scopre la paura di tutti

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25 Febbraio 2020, 12:46

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PALERMO– Mondello, con la sua distanza dall’epicentro, con la sua vicinanza al mare, è un buon termometro per misurare la febbre della paura da coronavirus. Se divampa qui…. In una insolita mattina affollata – è appena martedì – la calca di macchine fuori dal supermercato è considerevole. Un signore fa la fila alla cassa-rapida-massimo-dieci-pezzi con la sciarpa davanti alla bocca, in assenza di mascherine, tentando una protezione faidate. Niente di particolare, una situazione del genere c’è o ci sarà presto intorno a quasi tutti gli scaffali della città. Qualcuno racconta: “Ieri, soprattutto, è arrivata un sacco di gente. Oggi sono tanti. Aumenteranno nelle prossime ore”.

Palermo al tempo del coronavirus non sembra diversa da altrove. Due signore anziane scelgono, con la parsimonia dell’occhio al prezzo, i pelati da inserire nel carrello. “Eh figlio mio – dice una, con la mano destra avvolta nel cellophane – mi sembra il tempo della guerra. Confusione, paura, la gente che corre… Io ci sono abituata, me li ricordo quei giorni. Come reagire? Dobbiamo riscoprire la solidarietà. Vede, per esempio, io non sto prendendo tutto tutto, qualcosa sì. Il resto lo lascio”. La compagna di spesa ha gli occhi umidi: “Sono preoccupata per i miei nipoti, penso a loro, sono una nonna apprensiva”. Poi si fa forza: “Però stiamo calmi e seguiamo le indicazioni e speriamo che vada bene”.

Un signore, alla cassa, subisce sguardi sospettosi perché il suo carrello sembra una polleria ambulante. Quasi si giustifica: “Guardate che è la mia spesa di sempre. Capito qui ogni tanto e provvedo alle scorte”. La pasta è gettonatissima, come tutti gli alimenti che si possono conservare. C’è qualche piccolo slargo tra le merci, ma non siamo ancora ai vuoti dell’accaparramento.

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In un altro supermercato di Mondello, accanto all’ingresso, stazionano due ambulanze. C’è chi si informa. Si tratta di un normalissimo intervento per una brutta caduta. E’ il martedì delle persone con qualche anno di età che, per prime, sono accorse.

Una signora con la crocchia: “Come in guerra la cosa da evitare è il panico. Stiamo uniti e vedremo che passerà”. La saggezza dei nostri nonni è un buon antidoto alla psicosi. Le notizie sparse confermerebbero, però che la febbre sale. Si racconta di market praticamente presi d’assalto. Il pronto soccorso del Civico, suo malgrado, ha risolto il problema del sovraffollamento: al triage non si è presentato nessuno. Palermo comincia a guardare in faccia la sua paura. La paura di tutti.

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25 Febbraio 2020, 12:46

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