01 Marzo 2018, 05:02
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CATANIA – Forse quello che è venuto fuori dall’inchiesta Sibilla potrebbe essere solo la punta dell’iceberg. Le indagini della Guardia di Finanza infatti proseguono serratissime. Nei giorni scorsi sarebbero stati sentiti in Procura i titolari delle due ditte, SOM Costruzioni Srl e Compagnone Giuseppe, per chiarire la natura dei rapporti con il sindaco Roberto Barbagallo. Nel corso delle indagini, infatti, sono emersi una serie di scambi di “cortesie” tra gli imprenditori ed il primo cittadino su cui la magistratura adesso vuole fare luce.
“Anche i fatti fino ad ora acquisiti e rendicontati nel capitolo 7 – si legge nell’ordinanza del gip – tratteggiavano però un quadro di un Pubblico Amministratore avvezzo all’illecito in quanto, in cambio di utilità riconosciute da parte della società SOM Costruzioni Srl e della ditta Compagnone Giuseppe, procederebbe ad intromettersi per pilotare tramite i Dirigenti compiacenti gli affidamenti di incarichi per la realizzazione di opere pubbliche”. Un altro filone investigativo che potrebbe riservare presto ulteriori sviluppi.
Intanto si sono conclusi ieri, davanti al gip di Catania Giovanni Cariolo, gli interrogatori di garanzia per gli otto indagati raggiunti da misura cautelare nell’ambito dell’inchiesta “Sibilla”. Gli ultimi ad essere sentiti sono stati il luogotenente della polizia municipale di Acireale Nicolò Urso, l’ingegnere Ferdinando Maria Garilli e Angelo La Spina, che si trovano agli arresti domiciliari. L’agente di polizia municipale, accusato di induzione indebita a dare o promettere utilità, in concorso con l’ex sindaco Roberto Barbagallo, ha risposto alle domande del gip. Assistito dagli avvocati Mario Pavone e Salvatore Mellia, Urso si è difeso dalle accuse, sostenendo di aver svolto il proprio dovere e di aver esclusivamente compiuto un controllo alla luce del sole.
Si è invece avvalso della facoltà di non rispondere l’ingegnere Garilli, il collaboratore della consulente regionale del Coni, Anna Maria Sapienza, indagato per turbativa d’asta. Il difensore di fiducia Enrico Trantino ha già depositato l’istanza di revoca della misura cautelare al tribunale del Riesame. Infine ha risposto alle domande del gip anche il terzo indagato. Angelo La Spina, assistito dal legale Michela Spatafora, avrebbe fornito la propria ricostruzione dei fatti. Il suo avvocato preannuncia già il ricorso al Riesame.
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01 Marzo 2018, 05:02