Inchiesta all'Ast, Fiduccia respinge tutte le accuse - Live Sicilia

Fiduccia: “All’Ast raccomandati dai politici, in Italia va così”

L'ex diretto generale respinge tutte le accuse, ma ammette di avere ricevuto pressioni per le assunzioni

PALERMO – Le raccomandazioni dei politici sono arrivate, e parecchie, specialmente da “Forza Italia, ma non posso fare i nomi perché mi prenderei diverse querele”. Così ha detto Ugo Fiduccia, ex direttore generale dell’Ast, interrogato dal giudice per le indagini preliminari Marco Gaeta.

Lui stesso ha cercato di piazzare la figlia nell’azienda a cui contava di affidare i servizi della nascente compagnia aerea “LeAli di Sicilia”. Non se ne fece più nulla perché il progetto fu bloccato dalla Regione. Fiduccia l’ha definita la “debolezza di un padre”, che mai prima aveva cercato scorciatoie. Si è detto profondamente rammaricato per se stesso, ma ancor di più per la figlia.

Fiduccia è stato arrestato nel corso dell’operazione Gomme Lisce della Guardia di finanza. Il dirigente della partecipata regionale che gestisce i trasporti pubblici ha cercato di chiarire la sua posizione nel corso di un lungo interrogatorio. Era accompagnato dagli avvocati Massimo Motisi e Marco Aricò.

L’indagato ha ammesso di aver ricevuto pressioni per assumere gli operai interinali, figure necessarie però per far viaggiare i pullman in Sicilia e garantire le corse. Non ha detto al giudice da chi avrebbe subito le raccomandazioni, ma si è difeso sostenendo che “in Italia da sempre si va avanti così nella scelta degli impiegati”.

L’acquisto degli pneumatici

Un malcostume consolidato a cui certo – ha spiegato – non poteva opporsi. Sul fronte dell’acquisto degli pneumatici aggirando le gare, il tema di una delle prime denunce che ha portato i finanzieri ad indagare, Fiduccia ha ribadito, carte alla mano, di avere sempre difeso gli interessi dell’azienda puntando sul risparmio.

La scelta dei contraenti sarebbe stata dettata dall’unico intento di fare risparmiare l’azienda che in questi anni avrebbe cercato di rimettere in piedi. Il direttore ha presentato nel corso dell’interrogatorio una relazione del 2018 dove chiedeva di essere messo in pensione. Non c’erano quadri e così sarebbe stato costretto a restare.

Stesso discorso per quanto riguarda l’acquisto degli autobus avvenuto anche all’estero: secondo Fiduccia, si trattava dei migliori mezzi in circolazione comprati a prezzi concorrenziali.

Nessun favoritismo né irregolarità, secondo l’ex direttore generale, neppure nella nomina di un revisore contabile “amico” che chiudesse gli occhi sulle perdite dell’azienda.

Anche l’accusa di peculato per l’uso della vettura dell’azienda non reggerebbe, secondo Fiduccia che ha prodotto la circolare con la quale l’Ast lo autorizzava a recarsi a casa con la macchina.

“Ho 71 anni ed ero stanco di andare avanti e indietro da casa con la mia macchina come ho fatto per anni. Per questo ho chiesto di essere preso e accompagnato”, ha spiegato. Secondo la procura, Fiduccia avrebbe invece gestito l’azienda in modo privatistico, truccando gare e favorendo gli amici e chiedendo posti per la figlia e il genero.

Un debolezza per la figlia

L’ex direttore non ha negato di aver cercato di far assumere sua figlia nella “Ali di Sicilia”, la compagnia aerea rimasta solo un sogno, ma costata comunque 70 mila euro alle casse dell’Ast. “È stata la debolezza di un padre, ma l’azienda era privata”, ha detto Fiduccia al gip. L’ex direttore ha ribadito di non avere mai approfittato del suo ruolo. CONTINUA A LEGGERE SU LIVESICILIA


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI