Cronaca

“Ci dobbiamo fare arrestare?”| Ai Rotoli ora rischiano in tanti

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02 Ottobre 2020, 13:44

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PALERMO – L’inchiesta è solo all’inizio. Non è una frase di rito. C’è molto di più di quanto finora ha portato all’arresto dell’ex direttore dei cimiteri comunali di Palermo Cosimo De Roberto. Sono due i casi in cui sarebbe stato scavalcato l’ordine cronologico delle tumulazioni. Vengono  contestati al direttore, all’impresario funebre Nunzio Trinca e al fioraio Rosolino Lo Cicero. Pagando 800 e 400 euro i parenti di due defunti avrebbero avuto una corsia preferenziale e velocissima per seppellire una salma. De Roberto è anche indagato per peculato: avrebbe usato un furgone comunale per il trasloco dei mobili di una parente.

Gestione illecita

Il giudice per le indagini preliminari Filippo Serio scrive della “esistenza di gruppi di dipendenti comunali, operanti all’interno del cimitero cittadino di Santa Maria dei Rotoli, i quali, agendo tra loro con la medesima comunanza di intenti, gestivano in maniera del tutto illecita l’effettuazione di numerose operazioni cimiteriali rendendosi quindi responsabili di condotte penalmente rilevanti”.

Secondo il procuratore aggiunto Sergio Demontis e il sostituto Francesca Mazzocco, la mala gestio avrebbe provocato “la situazione di degrado e malaffare in cui versa in particolare il cimitero dei Rotoli”.

L’omesso controllo

De Roberto avrebbe dovuto vigilare sul rispetto delle regole ed invece “omettendo i controlli ha fatto sì che un elevato numero di operazioni cimiteriali sia ordinarie che straordinarie (tumulazioni inumazioni, estumulazioni, esumazioni cremazioni) venissero di fatto gestite in maniera del tutto clandestina e illegale da gruppi di soggetti in totale disprezzo delle norme penali in materia di pubblica amministrazione e pietà dei defunti”.

Un comitato d’affari

C’era un comitato di affari a sovrintendere le operazioni al cimitero. Ne avrebbero fatto parte impiegati amministrativi, seppellitori, operai Reset e impresari funebri. Su molti di loro si continua a indagare.

Una intera sezione senza regole

Al cimitero c’era una sezione, la 58 bis, che sarebbe stata gestita senza regole. Anzi, con le regole dell’illegalità. Si parcheggiavano alcune salme per dare la precedenza ad altre secondo una logica “spartitoria”. “Non ti preoccupare per gli amici il posto c’è sempre”, diceva De Roberto al titolare di un’agenzia di pompe funebri.

I carabinieri appostati tra i viali

I carabinieri del Nucleo investigativo di Palermo, da qualche giorno guidato dal neo comandante, il maggiore Salvatore Di Gesare, si sono appostati nei viali del camposanto. Hanno visto donne che consegnavano soldi al seppellitore Alfonso Intravaia, mentre Girolamo Ingrassia, un altro dipendente, scaricava casse di zinco dai furgoni. De Roberto una volta si mostrò preoccupato: “Picciotti ci dobbiamo fare arrestare vero?”.

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Lo stratagemma per saltare il turno

Per scavalcare il turno si usava spesso uno stratagemma. Dimostrare con della documentazione falsa che i parenti dei defunti arrivavano da regioni lontane dalla Sicilia. Circostanza che giustificava una procedura d’urgenza. Uno stratagemma usato in almeno in 8 casi.

Il prestito dell’impresario

Ad un certo punto De Roberto si è trovato in difficili condizioni economiche e si sarebbe fatto prestare del denaro da alcuni impresari funebri. Il loro rapporto è diventato così troppo confidenziale. Come nel caso di Nunzio Trinca.

Le intercettazioni

“Con lei ho fatto una figura enorme perché ancora ho un debito con lei”, diceva De Roberto a Trinca. Che rispondeva: “Non ti preoccupare, mi serviva un’informazione mi ha chiamato il consigliere Paolo Caracausi per una salma diciamo che sono parenti suoi, ascolta… dimmi una cosa quando se ne parla a mettere questi loculi prefabbricati diciamo all’entrata del cimitero… dimmi una cosa eventualmente lo posso aiutare qua Paolo diciamo perché a sua zia che è in camera mortuaria C’è qualche posto diciamo la vicino per poter sistemare diciamo la zia di Paolo”.

Sul punto, però, arriva la precisazione del consigliere comunale Caracuasi: “Non so a cosa si possa riferire l’intercettazione, visto che non mi è morto alcuna zia e nessuno dei miei parenti è sepolto al cimitero dei Rotoli”.

“Mi hanno bloccato tutte cose”

De Roberto rispondeva che “purtroppo mi hanno bloccato tutte cose a me… mi hanno bloccato i biglietti aerei mi hanno bloccato tutte le cose… digli che avvicina e vediamo”.

“Ho pagato 800 euro al direttore”

Quando i carabinieri hanno convocato i parenti di uno dei defunti ha ammesso tutto: “È deceduto mio suocero. Io e mia moglie ci siamo recati a Rotoli per chiedere se vi fosse la possibilità di un loculo. Abbiamo conferito con il direttore il quale ci ha fatto intendere che la salma potesse essere tumulata anziché inumata previo pagamento di una somma di denaro. Io personalmente mi recavo al cimitero e dopo avere incontrato il direttore versavo nelle sue mani la somma di denaro pari a 800 euro”.

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02 Ottobre 2020, 13:44

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