22 Gennaio 2022, 14:40
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CATANIA – Alla fine, almeno per ora, la richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura etnea è stata avanzata solo nei confronti del luogotenente Giuseppe Laera, al servizio al Terzo Reparto Genio di Bari dell’Aeronautica. L’accusa è istigazione alla corruzione nel caso di un terreno da espropriare nel progetto, finanziato dalla Nato, di ampliamento della base catanese di Sigonella. Una vicenda giudiziaria scoperta grazie alla delicata inchiesta Extra Base condotta dalla Guardia di Finanza di Catania che alcuni mesi fa ha fatto scattare le manette nei confronti di Laera e di un suo collega, il tenente colonnello Matteo Mazzamurro. Ma l’ufficiale è tornato immediatamente a piede libero su decisione dello stesso gip dopo l’interrogatorio di garanzia. E il suo nome non è nella richiesta di rinvio a giudizio.
Il luogotenente Giuseppe Laera dunque rischia un processo. Il prossimo 3 marzo dovrà presentarsi davanti alla gup Carla Aurora Valenti di Catania. È lui colui che ha contattato uno stretto collaboratore dell’editore Mario Ciancio Sanfilippo per discutere nel corso di un incontro informale l’esproprio del terreno di proprietà della Sater, società dell’imprenditore catanese. Una richiesta che ha fatto alzare le antenne del commercialista che ha registrato ogni secondo della discussione culminata in quella che il procuratore Carmelo Zuccaro ha bollato come “proposta indecente”. Laera propone l’opportunità di ottenere un indennizzo per l’espropriazione più elevato rispetto a quello di mercato senza ricorrere all’autorità giudiziaria. Ma tutto questo avrebbe avuto un ‘prezzo’. Quella registrazione è finita nelle mani dei finanzieri. Così come un pizzino dove erano ben esplicati i ‘termini’ dell’accordo, erano segnati le percentuali del compenso in base agli incrementi del valore del terreno a ettaro.
Da quel momento i militari delle fiamme gialle, coordinati dal pm Fabio Regolo e dal procuratore aggiunto Agata Santonocito, hanno aperto le indagini. Che si compongono di diverse intercettazioni ‘quasi’ inequivocabili. Ma alcune esternazioni dell’imputato sarebbero servite a ‘millantare’ conoscenze addirittura al Ministero della Difesa, che avrebbero ‘intascato’ le bustarelle. Quando è scattato il blitz, infatti, sono partite anche delle perquisizioni a casa di un funzionario romano. Ma le indagini non avrebbero portato al riscontro di quelle ‘intercettazioni sospette’. Infatti la procura ha depositato una richiesta di archiviazione per l’indagato, assistito dall’avvocato Tommaso Tamburino.
L’appuntamento, dunque, è il prossimo 3 marzo per l’udienza preliminare. L’editore Mario Ciancio Sanfilippo annuncia, con il suo legale Carmelo Peluso, l’intenzione di costituirsi parte civile nel processo.
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22 Gennaio 2022, 14:40