15 Febbraio 2024, 15:02
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PALERMO – La Corte dei Conti ha definito il giudizio sul rendiconto 2020 della Regione Siciliana, non parificando lo strumento finanziario. Presenti all’adunanza l’assessore regionale all’Economia Marco Falcone, il ragioniere generale Ignazio Tozzo, il capo di gabinetto della presidenza della Regione Salvatore Sammartano.
“Abbiamo preso atto – afferma Falcone – della decisione della Corte dei Conti inerente a una fase finanziaria risalente ormai a un quinquennio fa e che non avrà conseguenze sulla tenuta finanziaria della Regione. Se è vero che il disavanzo al 2018 andava ripianato non in dieci ma in tre anni, è vero anche che la Regione, da allora ad oggi, ha posto in essere tutti i necessari correttivi e guarda ai propri conti con maggiore serenità”.
“Ci adegueremo alle indicazioni dei magistrati nella revisione del rendiconto 2020 – aggiunge – potendo disporre degli opportuni accantonamenti che mantengono in sicurezza i nostri bilanci. Ciò è avvenuto anche grazie al rapporto di leale collaborazione che abbiamo instaurato con la Corte dei Conti e che ci ha condotto assieme a risultati importanti: infatti, il rendiconto 2022 certifica il calo del disavanzo della Regione a soli 4 miliardi di euro. Dal 2021 ad oggi siamo cioè rientrati di quasi tre miliardi e, secondo le nostre previsioni, nel rendiconto 2023, in fase di predisposizione, rientreremo di altri 800 milioni di euro”.
E sulla questione interviene il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino: “La mancata parifica del rendiconto 2020 della Regione siciliana è di per sé un fatto grave, in quanto conferma di conti non in ordine. È tutta da vedere se la cosa non avrà effetti. Fare gravare sul fondo per la sanità i costi dell’Arpa significa togliere risorse alla sanità in crisi e questo è inaccettabile. Temiamo inoltre le conseguenze della mancata parifica sui prossimi bilanci per quanto riguarda lo sviluppo.
In ogni caso – aggiunge – non dovranno essere i lavoratori e le persone più in difficoltà a pagare il prezzo delle incertezze sui conti. La Cgil – conclude Mannino – chiede dalla passata legislatura che ci sia chiarezza su come la Regione intende affrontare i problemi posti. Noi riteniamo che al riguardo nessuno possa tirarsi fuori, perché c’è una continuità politica e amministrativa alla Regione che rende impossibile farlo. Il governo regionale dia piuttosto risposte chiare su come intende affrontare le questioni aperte”.
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15 Febbraio 2024, 15:02