30 Marzo 2016, 05:42
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CATANIA – Ancora richieste. La Corte dei Conti palermitana non molla l’osso e continua a verificare – e meno male – i conti del Comune etneo e, soprattutto, il rispetto del Piano di riequilibrio economico approvato dalla passata amministrazione nel 2013 e ancora valido. Almeno fino a quando l’amministrazione non predisporrà il nuovo piano di riequilibrio, per il quale, tra l’altro, ha pensato di affidare il servizio all’esterno, scatenando accese polemiche.
Lo scorso 25 marzo, appena dieci giorni dopo l’audizione dell’assessore al Bilancio, Giuseppe Girlando chiamato a fornire spiegazioni per altre “segnalazioni” dei magistrati contabili, una nuova ordinanza della sezione di controllo della Corte che chiede integrazione alla documentazione prodotta in sede di adunanza, in quanto “è emersa la necessità di acquisire ulteriori elementi conoscitivi ai fini di una valutazione dello stato di attuazione del piano con dati e documenti contabili più aggiornati”, scrivono i giudici.
Questo il motivo della richiesta di ulteriori documenti: primo fra tutti, “la relazione dell’Organo di revisione del comune di Catania relativa allo stato di attuazione del piano di riequilibrio, aggiornata alla data del 31 dicembre 2015″. Insomma, quella relativa al secondo semestre che sarebbe dovuta arrivare a Palermo già da mesi. E ancora, si chiede, di nuovo, “un elenco, sottoscritto dal responsabile dei servizi finanziari, corredato dalle dichiarazioni rese dai responsabili dei singoli servizi dell’ente, contenente l’espressa indicazione dei debiti fuori bilancio, riconosciuti e ancora da riconoscere, alla data del 31 dicembre 2015, evidenziando, per ciascun debito, le modalità di finanziamento e l’eventuale pagamento con la specificazione, in caso di dilazione in più esercizi, dell’accordo con i creditori interessati”; “una relazione, sottoscritta dal coordinatore dell’ufficio legale dell’ente, contenente l’indicazione di tutti i giudizi pendenti a carico del comune di Catania elencando, per ciascun giudizio, I’importo originario della lite, lo stato attuale del procedimento, l’eventuale soccombenza, pur se ancora non a titolo definitivo, e, infine, I’eventuale sospensione dell’esecuzione in presenza di giudizi di impugnazione; i dati retativi al preconsuntivo per l’esercizio 2015 riferiti allo stato delle entrate e delle spese e alla gestione finanziaria dell’ente”.
Nulla di tutto questo sembra sia pervenuto alla Corte, a meno che gli uffici comunali, i recisori e l’assessore non abbiano impiegato le vacanze pasquali per questo. Di sicuro dovrà farlo entro il 14 aprile, data di scadenza del nuovo “ultimatum”.
“La Corte prosegue, giustamente, nella sua attività di controllo – spiega l’assessore Girlando. E noi – precisa – continueremo a fornire i dati che ci vengono richiesti e, contestualmente, procederemo con la redazione del nuovo Piano di rientro”.
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30 Marzo 2016, 05:42