10 Aprile 2017, 18:56
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PALERMO – Sono stati convocati per martedì 11 aprile dalla Sezione di controllo della Corte dei conti. I capigruppo di Palazzo dei Normanni dovranno giustificare alcune spese effettuate tramite i contributi pubblici destinati appunto alle forze politiche all’interno dell’Assemblea regionale. Da quelle per i consulenti-fiorai, a quelle per i buoni pasto, passando attraverso le somme erogate per viaggi e necrologi.
Contestazioni già espresse in una delibera del 9 marzo scorso. E tutte da chiarire. Proprio per questo motivo, i magistrati contabili hanno dato trenta giorni di tempo ai capigruppo per fornire le proprie “controdeduzioni”. Il termine è scaduto proprio domenica. E lunedì è arrivata la convocazione: non tutte le spiegazioni fornite dai deputati avrebbero allontanato le ombre sulle spese. E così, dalle dieci i presidenti dei gruppi parlamentari sfileranno davanti ai magistrati della Corte. Una convocazione che ha portato al rinvio della seduta d’Aula a Sala d’Ercole, prevista inizialmente per le 11 e che slitterà nel pomeriggio.
Quali sono le spese contestate dai magistrati contabili? Nella relazione della Corte, dicevamo, si trova un po’ di tutto. Per tutti i gruppi, intanto, una contestazione “comune”: il riconoscimento di “arretrati” ai dipendenti, erogato sotto forma di “rimborso Irap”. Un meccanismo che non ha convinto affatto i giudici contabili. Che vogliono vederci chiaro. Anche perché le cifre non sono minime e oscillano tra i venti e i quarantamila euro per ognuno dei 15 gruppi esaminati.
Al Movimento cinque stelle, oltre a questo, viene contestata solo una cifra di quasi 9 mila euro per l’acquisto di quotidiani. Ma si tratta probabilmente di un problema “formale” legato alle ricevute. Al Partito socialista, invece, la Corte ha chiesto di chiarire oltre 11 mila euro di “indennità e rimborsi spese” destinati a due dipendenti. Inoltre non sono allineate le spese rendicontate per il costo del personale: oltre 195 mila euro e quelle effettivamente documentate: 191 mila euro: che fine hanno fatto gli altri 4 mila euro?
Identico “disallineamento” nelle cifre del personale del gruppo parlamentare “Grande Sud-Pid”, al quale la Corte dei conti chiede anche però spiegazioni sugli oltre 20 mila euro spesi per “consulenze, studi e incarichi”. Tra questi, quelli destinati agli avvocati Patanella e Armao per i quali vengono richiesti alcuni chiarimenti “formali”. Tra gli incarichi, in particolare, uno molto curioso: il gruppo avrebbe infatti pagato i legali per dei ricorsi nei confronti del giudizio di parifica della Corte dei conti: “Non si riesce a comprendere – scrivono i sorpresi magistrati contabili – come un gruppo consiliare (o parlamentare) possa avere interesse ad impugnare il giudizio di parificazione, che coinvolge unicamente l’Amministrazione regionale, avendo ad oggetto il rendiconto generale della stessa Regione”. Per farla breve: quello è un giudizio sull’operato del governo. Che c’entra il gruppo parlamentare?
Dubbi anche sugli incarichi conferiti dal gruppo del Partito democratico, al professor Riccardo Ursi e all’avvocato Domenica Cantavenera. Chiesti chiarimenti anche sulla corrispondenza tra buoni pasto e giornate lavorative dei dipendenti, sull’affitto di una sala conferenza all’Autodromo di Pergusa: la Corte si chiede se quello finanziato era un evento del gruppo parlamentare o del partito politico. In quest’ultimo caso, il finanziamento sarebbe infatti illegittimo. Al gruppo del Nuovo centrodestra viene chiesto di chiarire la trasformazione dei rapporti di lavoro di alcuni dipendenti da collaboratori coordinati e continuativi in assunti part-time. Dubbi anche su alcune somme destinate a collaboratori e anche oltre 7 mila euro “girati” al gruppo del Pdl.
Dubbi sui buoni pasti concessi anche dal gruppo dei “Centristi per la Sicilia”. Ma la Corte dei conti ha chiesto spiegazioni sugli oltre 54 mila euro erogati per le consulenze di “Cilento Bruno, Ciaccio Francesco, Capuana Daniele e Barrile Calogero” e “in merito alle spese di cui alla fattura dell’ingegnere Antonio Rizzo dell’importo di 317 euro produrre la locandina o la brochure o altra documentazione atta a dimostrare che il convegno su “Autonomia siciliana e riforma costituzionale” sia stato effettivamente tenuto nell’interesse del Gruppo parlamentare, invece che della sottostante compagine politica”. Inoltre i magistrati chiedono di “produrre la documentazione a sostengo degli esborsi, relativi allo stesso convegno, elencati nella richiesta dell’onerovole Marco Forzese , non essendo stati prodotti né la ricevuta del versamento effettuato in favore del Comando VV.F. di Catania, né la fattura della ditta La Tecnica s.a.s. di Maurizio Lanzafame & C., né la ricevuta dell’acquisto dei valori bollati”, mentre su oltre 12 mila euro spesi per fatture della ditta TV Europa, la Corte chiede di “specificare gli importi versati per ogni singolo servizio televisivo, atteso che alcuni sembrano effettivamente riconducibili all’attività del Gruppo parlamentare, mentre altri sembrano ascrivibili agli interessi della sottostante compagine politica (come, ad esempio, nel caso in cui si presentano i candidati alle elezioni comunali di Canicattì, in una sala corredata solo dei manifesti del partito politico, o come nei casi in cui si discute delle politiche generali del partito, senza alcun riferimento alle correlate iniziative intraprese dal Gruppo all’Ars)”. La Corte chiede poi di precisare se un evento svolto all’Hotel Dioscuri di Agrigento sia legato all’attività del gruppo e non “all’interesse dell’onorevole Cani”.
Spese per consulenze contestate anche al Partito dei siciliani-Mpa: quasi 12 mila euro per Raimondo Sciascia, Pietro Marchetta e la società “Barbaro & Partners Job Consulnting”. La Corte chiede poi come una spesa per necrologio sia stata rendicontate tra le “spese per missioni e trasferte”. Quando si dice l’ultimo viaggio…
A Forza Italia la Corte ha chiesto di chiarire i “contratti di lavoro, stipulati con i dipendenti Tantillo Federica, Gelfo Giuseppe, Scuderi Angelo e Barbuscia Giuseppe (che, dalle buste paga, sembra siano stati assunti part – time, mentre fino allo scorso esercizio risultavano inquadrati come collaboratori coordinati e continuativi), nonché con Faulisi Cinzia”. Chiesti anche i dettagli sull’incarico a Ivan Gabrielli (14.500 euro) e sulla consulenza a Rosario Torrisi Rigano per 11.759 euro. I giudici contabili vogliono fare luce anche su diverse spese legate a convegni ed eventi: erano nell’interesse del gruppo o del partito? Chiesti anche chiarimenti su spese di viaggio del deputato Riccardo Savona.
Chiarimenti chiesti anche alla Lista Musumeci: le buste paga di un dipendente e la legittimità nell’erogazione dei buoni pasto. Richieste invece le “pezze d’appoggio” per giustificare viaggi per oltre mille euro del gruppo di Sicilia futura. Ma il “fiore all’occhiello” di queste spese va ricercato nel gruppo di Sicilia democratica: “In ordine alla consulenza espletata dal signor Reale Vincenzo”, la Corte chiede di “chiarire e documentare in base a quali titoli gli sia stato conferito, dietro il compenso al lordo di 5 mila euro, l’incarico di elaborare uno studio finalizzato alla realizzazione di atti parlamentari attinenti allo sviluppo della Sicilia orientale, atteso che dal curriculum si evince che sia il titolo di studio posseduto (diploma presso l’Istituto Tecnico Nautico di Siracusa, quale direttore di macchina), che il settore di impiego (commercio di piante e fiori), sono totalmente estranei alla materia da trattare”. Un fioraio per consulente. Domani i deputati dovranno spiegare anche questo.
* I gruppi del Movimento cinque stelle e del Cantiere popolare-Grande Sud affermano che, a seguito delle controdeduzioni fornite in questi giorni, sono stati chiariti tutti i dubbi sollevati dalla Corte dei conti e che domani, di conseguenza, non dovranno rispondere di alcuna contestazione.
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